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Post #Expo2015, stato dell’arte

Che l’Expo Milano 2015 sia destinato a far parlare di sé ancora per molto tempo c’era da aspettarselo, ed era anche intuibile che oggetto di tanta attenzione – mediatica e politica – sarebbero stati i conti, la governance e le infrastrutture da realizzare sull’area. Oggi Expo è al centro del dibattito per la corsa alle amministrative del capoluogo lombardo, dove i due principali pretendenti accusano – nel caso di Parisi – o difendono – nel caso di Sala – la gestione della società e del suo sviluppo.
Tuttavia le incognite sul futuro dell’area sono più del suo milione di metri quadrati e le certezze si possono contare su una mano. Attualmente il nodo che più tormenta la stampa è quello sui conti della società, oggi in liquidazione, che ad oltre sei mesi dalla chiusura dei cancelli rimane l’incognita più grande. In molti vorrebbero sapere (Governo e Regione in primis) se dovranno fare i conti con buchi di bilancio catastrofici oppure, come afferma Beppe Sala, con discreti utili d’esercizio. Sta di fatto che al Pirellone si è chiesto di istituire una commissione d’inchiesta che faccia luce sui conti della società.
Ora però la palla è passata ad Arexpo, contenitore vuoto e proprietario delle aree, che avrà il compito della ricostruzione del dopo evento. Ad oggi, senza entrare nei cunicoli delle questioni legali, si sta cercando di realizzare una società, nella quale entrerà anche il Governo con una cospicua dote finanziaria, che gestisca tutti i progetti che dovranno essere realizzati sull’area espositiva.
Il progetto lanciato da Renzi di uno Human Technopole non vedrà la luce prima del 2018, ma interesserà solo l’8% di tutta l’area. Ed è per questo che Regione e Comune stanno cercando di raccogliere più idee e manifestazioni di possibile interesse per poter ipotizzare un quadro completo di quello che sarà il futuro dell’area da qui ai prossimi 5/6 anni.
Al momento, per evitare che cali l’attenzione sul sito espositivo, Maroni ha pensato di realizzare un “Fast Post Expo” che possa rendere da subito fruibili le strutture permanenti dell’esposizione. Ciò è avvenuto ad opera della Triennale di Milano che realizzerà lungo il cardo dell’ex sito Expo la prossima esposizione internazionale del Design, appartenente al circuito dei BIE.
I fondi del ministero (16 milioni) sono già stati erogati, ma i ritardi sulla demolizione preoccupano tutti gli operatori coinvolti. Infatti lo smantellamento, che da cronoprogramma dovrebbe terminare a giugno, è solo al 40%, rallentato anche a causa di alcuni interventi della Magistratura che hanno sottoposto a sequestro alcune aree.
Insomma molte incognite che però devono trovare presto una soluzione. Ovviamente la competizione elettorale non fa altro che rallentare tutto il procedimento. È inutile dire che Governo e Regione vogliano attendere il responso delle urne per capire quale strada intraprendere. Infondo la corsa per la poltrona di Sindaco della metropoli lombarda avrà un peso determinante per lo sviluppo delle relazioni sia con Roma che con le Istituzioni regionali e immaginiamo anche con il mondo scientifico ed accademico.
Ad oggi ancora molto è da fare e prima di decidere che fare sul terreno, ci sono da sciogliere molti nodi legati alla governance e alla fusione delle due società (Expo e Arexpo), con tutti i dubbi su bilanci  e partecipazioni societarie, e sperando che vada tutto liscio, gestire possibili investimenti da miliardi di euro.
©Futuro Europa®

Regione Lombardia: in campo #Expo2015 migranti economici, non profughi

Milano, 23 mar. (askanews) - Gli immigrati destinati dalla Prefettura di Milano al campo base di Expo 2015 a Rho (Milano), cioè il villaggio prefabbricato, esterno al sito espositivo, che ha ospitato operai e agenti delle forze dell'ordine nel semetre dell'eposizione universale, sono "migranti economici" e non profughi che hanno diritto a protezione internazionale. E' la convinzione dell'assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali, che ha visitato il campo di Rho insieme alla collega Francesca Brianza (Post Expo e Città metropolitana).
"Sono solo maschi, dai 20 ai 25 anni, provenienti non da Paesi in guerra e, come si può pensare guardando le risposte della Commissione che sta lavorando alle richieste di protezione internazionale, saranno persone che dovranno tornare nel loro Paese perché non profughi e nemmeno soggetti a protezione internazionale" ha detto Bordonali. "Quello che ci preoccupa - ha proseguito - sono due questioni: la fattibilità degli eventi del Post Expo e la capacità di accoglienza, già oggi a 576 posti". Secondo l'assessore il campo è infatti troppo vicino al sito Expo, circa 800 metri, e ha una capacità tale da poter ospitare altre centinaia di immigrati. "Regione Lombardia è la prima regione - ha proseguito l'assessore - per accoglienza e non è più in grado di accogliere".
"Non sappiamo se arriveranno altri immigrati e non ce lo sa dire neppure la Croce rossa - ha aggiunto l'assessore Brianza - ma è chiaro che, nella situazione in cui siamo di continua emergenza non gestita, è verosimile l'arrivo di altri immigrati e non vedo, dopo l'apertura a 100 ospiti, quale sia la differenza tra 100 e oltre 500 ospitabili".
"Come Regione Lombardia sapete bene quanto abbiamo puntato sul Post Expo e sul Fast Post Expo - ha proseguito Brianza -. Stiamo parlando di un'area che non deve restare abbandonata, che deve essere operativa al 1 maggio", mentre l'arrivo degli immigrati nel campo base, a suo parere, mette "in discussione l'importanza di quest'area e gli investimenti di Regione Lombardia, Comune di Milano e Governo, con una decisione scriteriata che beffa il percorso delle istituzioni che hanno creduto in Expo, nel Post Expo e che vogliono fare di quest'area un qualcosa di valore internazionale".

Expo 2015: il buco non sarebbe di 32, ma di 242 milioni di euro

Riccardo De Corato, capogruppo Fratelli d'Italia in Consiglio Regione Lombardia, chiede spiegazioni alla luce di un articolo pubblicato da “Il Fatto quotidiano” mercoledì 2 Marzo.
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«Il buco di Expo potrebbe essere molto più profondo dei 32 milioni citati all’assemblea dei soci; infatti potrebbe essere di 242 milioni di euro. Eppure nessuno ne è informato: né i milanesi, né il Comune, né la Regione. E il Pd sta pure ostacolando la creazione di una commissione d’inchiesta a Palazzo Marino chiesta dal centrodestra. Presenterò due nuove interrogazioni, in Comune e in Regione, per chiedere ancora conto della situazione economica di Expo, alla luce anche del nuovo articolo – uscito su “Il Fatto Quotidiano” di mercoledì 2 Marzo –, che ipotizza una voragine di 242 milioni di euro.
Dal verbale dell’assemblea dei soci spunterebbe un bilancio in rosso di 32 milioni. A questi andrebbero poi aggiunti i soldi che Arexpo deve dare a Expo (86 milioni per le infrastrutture e 72 milioni per le bonifiche), ma che molto probabilmente non le darà. E così il rosso dovrebbe salire a 242 milioni tenuto conto anche di altre voci passive. Questo quanto si legge su “Il Fatto”. Ma il fatto stesso che dobbiamo basarci su articoli di giornale, la dice lunga sulla trasparenza. Lunedì 7 Marzo a Palazzo Marino si voterà per la seconda volta sulla commissione d’inchiesta: nella prima solo Rizzo, Sonego e Monguzzi nella maggioranza hanno votato per garantire un diritto all’opposizione, mentre il Pd ha voltato le spalle alla trasparenza.
Adesso presenterò in Comune e Regione due nuove interrogazioni per arrivare a conoscere la situazione. Non mi fermerò finché non verrà fatta chiarezza. Ne abbiamo diritto tanto più che siamo stati noi, col sindaco Moratti, a portare Expo a Milano».
Lo dichiara Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capogruppo Fratelli d'Italia in Consiglio Regione Lombardia
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Dopo l'Albero della Vita di #Expo2015, Marco Balich "sbarca" a Dubai in attesa di #Rio2016

(ANSA) - MILANO, 22 MAR - Dopo l'Albero della Vita di Expo, Marco Balich "sbarca" a Dubai per uno spettacolo di luci e suoni creato sulla facciata del grattacielo più alto del mondo: è quello che il produttore ha organizzato su richiesta del principe ereditario degli Emirati Arabi, lo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, per festeggiare sua madre, Sheikha Fatima Bint Mubarak Al Ketbi, la "Madre della Nazione". Balich ha messo in scena lo spettacolo denominato "Mother of the Nation". Culmina con una show di luci e colori sul Burj Khalifa, l'edificio più alto del mondo (829,8 metri): sulla sua facciata per due settimane si accenderanno fontane e luci sulle note di una colonna sonora appositamente composta da Mohamed Al Ahmed. Il Burj Khalifa ripeterà lo spettacolo ogni sera fino al 2 aprile.
    Dopo il successo dell'Albero della Vita a Expo 2015 Marco Balich si accinge ora ad affrontare Rio 2016 in qualità di Produttore Esecutivo delle Cerimonie, prodotte da CC2016.

#Expo2015, i conti di Sala ai raggi X: sì alla commissione d'inchiesta a Palazzo Marino

I bilanci dell'evento entrano nella campagna elettorale dopo l'ok all'organismo di controllo formato da 18 membri che dovrà passare al setaccio l'operato del commissario candidato. Il Pd: "Manovra elettorale e strumentale". Indagine conoscitiva anche in Regione
I conti Expo ai raggi X, in Comune e in Regione, con una commissione di inchiesta votata da Palazzo Marino dall'opposizione che applaude con i sì anche della maggioranza, mentre in Regione passa la versione soft dell'indagine conoscitiva. Obiettivo è fare le pulci all'operato dell'uomo Expo, Giuseppe Sala, candidato sindaco.

Alla terza votazione sulla delibera proposta dall'opposizione e dal M5s, in Consiglio comunale a Milano passa dunque la commissione su appalti e bilanci: sarà composta da 18 membri (cinque del Pd, tre di Forza Italia e uno per ognuno degli altri gruppi consiliari). "La commissione - si legge nella richiesta - avrà il compito di approfondire tutta la gestione di Expo 2015, in particolare tutti gli appalti, gli incarichi e i contratti gestiti dal commissario unico, nonché le entrate e le uscite della suddetta manifestazione". La questione era nata con le polemiche sui lavori nella villa al mare commissionati da Sala all'architetto Michele De Lucchi, impegnato anche su Expo. Da quell'accusa di conflitto di interessi si era arrivati ai dubbi sui conti, con il rosso nei conti del 2015 calcolato in 32,6 milioni. Sala aveva replica: "Quello che conta è il patrimonio netto, che è in attivo per 14,2 milioni", ma - come ci si aspettava - la partita non si è chiusa. 

Venticinque i sì alla delibera, numero di voti minimo che serviva per l'approvazione. Insieme all'opposizione, d'accordo anche sei consiglieri di maggioranza (Cappato, Ghezzi, Grassi, Biscardini, Sonego e Rizzo). "Abbiamo ottenuto con forza ciò che in un Paese normale dovrebbe essere normale, cioè la trasparenza sui conti di una società pubblica"; ha commentato il capogruppo di Forza Italia, Pietro Tatarella, che con l'opposizione chiederà che la prima seduta sia convocata se possibile anche prima di Pasqua. Anche Anita Sonego della 'Sinistra per Pisapia' ha votato insieme all'opposizione: "Per tutte le falsità che sono state dette da Sala in commistione Expo - ha spiegato - dove ha negato che ci fosse un passivo nei conti. Se Sala dovesse diventare sindaco non potrà essere controllore e controllato, serve una commissione indipendente". Per il Pd si tratta però di "una mossa puramente strumentale - come dice Ruggero Gabbai, consigliere dem e presidente della Commissione Expo - le cifre sono già state fornite da Sala, è un'operazione priva di realismo politico".

Di manovra strumentale ed elettorale, però, parla anche la vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi dopo la richiesta all'indagine conoscitiva girata alla Commissione Affari istituzionali per un parere. "La prima richiesta dei consiglieri di maggioranza in Regione Lombardia è lecita, ma vaga nelle motivazioni, così generiche da far pensare solo a uno scopo propagandistico ed elettorale". L'indagine conoscitiva sui conti di Expo è stato uno dei punti all'ordine del giorno dell'Ufficio di presidenza, che ne ha preso atto e deciso di trasmetterla per approfondimenti. Una decisione 'ambigua' che secondo il M5S, che nei giorni scorsi sui conti di Expo aveva proposto al Consiglio regionale di istituire una vera e propria commissione di inchiesta rivendicandone anche la guida. "La maggioranza leghista teme un lavoro serio d'inchiesta a guida 5 Stelle perché incontrollabile e realmente indipendente".
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