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Quanti beneficiati da Expo che saltano sul carro di Sala

Attori, cantanti, calciatori e chef: gli ex ambasciatori dell'evento pronti a sostenere il commissario nella corsa a sindaco. Da Albanese a Veronesi, ecco chi sono i fan
Ci sono chef, cantanti, teatranti, sportivi e anche i filosofi nella brigata salita velocemente sul carro del commissario Expo Giuseppe Sala che ora si candida alle primarie del centrosinistra e punta a diventare sindaco di Milano.




Amici a cui lui ha dato lavoro e visibilità durante i sei mesi di Expo e che magri sono rapidamente scesi dal carro più roso che arancione di Giuliano Pisapia. Tutta gente che ora giura fedeltà a sala e che era già bene in vista nella platea che lo ha applaudito all'esordio ufficiale al teatro Strehler dove Sala ha citato Antonio Gramsci per convincere il popolo delle primarie di essere proprio uno di sinistra doc. Peccato fosse già entrato a Palazzo Marino come city manager nell'era del centrodestra di Letizia Moratti.Tutti i nuovi arrivati alla corte di Sala hanno avuto un ruolo all'Esposizione. Magari da ex ambasciatori e ora sono una claque di convinti sostenitori. A giurare il suo amore incondizionato a Sala è l'attore Antonio Albanese, già voce dello spot di Expo «Food life». Quando a ottobre è stato alla manifestazione, ospite di un dibattito nel padiglione del Corriere della Sera, ha incontrato l'amico commissario unico lungo il Decumano, si è inginocchiato davanti a lui e lo ha salutato chiamandolo «divinità». A novembre lo ha anche accompagnato negli studi Rai di Fabio Fazio a Che tempo che fa (a spese del contribuente) quando, per la prima volta, si è sbilanciato su una sua possibile corsa per le comunali. Altra fedelissima è l'amica e cantante Paola Turci, già ambasciatrice We-women per Expo e protagonista del concerto del 22 giugno al padiglione Alessandro Rosso. Esplicito il sostegno anche dell'attore Claudio Bisio che ha doppiato il personaggio simbolo di Expo, la mascotte Foody griffata Disney e che ora ripete spesso e volentieri: «Voterò Sala». Nella «Milano del Noi» tratteggiata da mister Expo, c'è anche il calciatore Demetrio Albertini: poche settimane fa qualcuno lo dava addirittura come possibile candidato sindaco del centrodestra. Ma l'ex centrocampista, che di Expo è stato ambasciatore e ha dato il calcio d'inizio al Mundialito giocato fra 64 squadre dei padiglioni, ha speso parole di apprezzamento per Sala. Gino e Michele che a Expo hanno anche presentato la nuova versione del diario Smemoranda, ai microfoni di Maria Latella su Radio 24 hanno esplicitamente dichiarato che Sala «è il più adatto a guidare Milano». E poi ci sono gli chef e i big della ristorazione: Oscar Farinetti, patron di Eataly, fidelizzato con l'esclusiva sulla ristorazione made in Italy a Expo senza partecipare a nessun bando (oggetto di indagine della procura di Milano immediatamente archiviata) e Davide Oldani che ha realizzato il risotto Expo e in sei mesi ha venduto oltre 70mila piatti. Ora lo chef stellato firmerà anche un dolce a base di caramello, cacao e sale per il menù del pranzo di domenica con i comitati di Zona 9. Nella batteria elettorale, l'ex commissario si porta dietro anche chi lo ha affiancato nella comunicazione: alcuni suoi portavoce ora prestano «servizio volontario» in segno di gratitudine. E poi c'è l'agenzia di comunicazione di Fiorenzo Tagliabue, la Sec che seguirà il candidato nella sfida elettorale e che a Expo ha già lavorato essendosi aggiudicata con regolare bando la gestione del Media Center (occupandosi di conferenze, relazioni con la stampa internazionale, ospitalità delle celebrities). Durante la manifestazione l'agenzia aveva anche seguito le relazioni con i media per i padiglioni Coca Cola, Spagna, Francia, Regione Marche.Anche don Gino Rigoldi è stato ambassador Expo e ha fatto avere a Sala un videomessaggio per «benedire» la sua discesa in politica. Pro Sala anche l'oncologo Umberto Veronesi che è tra i firmatari più illustri della Carta di Milano, l'eredità «morale» di Expo: «Sala - ha dichiarato - è un politico senza etichette, un uomo dalla mente aperta». Della squadra fa parte anche il filosofo Salvatore Veca, curatore scientifico della Carta e ideatore del percorso che ha portato alla sua stesura. Parecchi sono i firmatari della stessa Carta che si troveranno adesso a firmare anche appelli e manifesti per dare al commissario il loro appoggio. Politico questa volta.
Il Giornale

Milano, Sala: Expo chiude in utile, ad Hannover perso 1 miliardo

(askanews) - Milano ha organizzato "la più bella Expo degli ultimi vent'anni chiudendo in utile", mentre "la grande Germania ha perso un miliardo di euro" con l'edizione di Hannover del 2000. Lo ha sottolineato Giuseppe Sala, candidato alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Milano, replicando nel primo confronto a quattro con gli contendenti a Pierfrancesco Majorino che chiedeva più trasparenza sul bilancio che lascia l'Expo 2015. "È pericolo lasciare in giro l'idea che Expo" si chiuda con buchi di bilancio, ha detto Sala. Si tratta, ha aggiunto, di "un'idea sbagliata, dovremmo essere assolutamente fieri del lavoro fatto non da me, ma da tante persone" che hanno lavorato per l'Esposizione universale.

#Expo, Giubileo e Terra fuochi, le misure del decreto Happy days


 (askanews) - Le "good news" che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva promesso col decreto "Happy days" sono arrivate oggi. La Camera ha approvato in seconda lettura (il primo passaggio al Senato c'era stato il 16 dicembre scorso) il ddl che contiene un pacchetto di "Misure per il territorio", che valgono quasi un miliardo di euro per il triennio (765,1 milioni di euro per il 2015, 129,3 mln per il 2016 e 30 mln per il 2017). Il provvedimento, inizialmente definito "decreto Giubileo", si è via via arricchito di una serie di misure che riguardano l'area di Bagnoli, la Terra dei Fuochi, l'Expo, il Comune di Reggio Calabria, il made in Italy, il fondo per il servizio civile e quello per le emergenze nazionali, la vertenza degli lsu calabresi, fino allo slittamento dei tempi per la riforma del bilancio dello Stato (norma che ha anche integrato il titolo del ddl).
GIUBILEO - Viene istituito un fondo da 159 milioni di euro (94 mln per il 2015 e 65 mln per il 2016) per la realizzazione degli interventi per il Giubileo straordinario della Misericordia, con priorità ai settori della mobilità, del decoro urbano e della riqualificazione delle periferie, e assegna alla Regione Lazio contributi da destinare al potenziamento del servizio ferroviario regionale e del sistema dei servizi sanitari nel periodo giubilare.
Alla Regione Lazio viene inoltre trasferito un contributo complessivo di 47 milioni di euro per il 2015, di cui 17 milioni da destinare al potenziamento del servizio ferroviario regionale da e verso la stazione di Roma San Pietro e 30 milioni per il potenziamento del sistema dei servizi sanitari, con particolare riferimento agli interventi di emergenza.
SICUREZZA GIUBILEO - Per garantire la sicurezza degli eventi del Giubileo è stato incrementato il piano d'impiego delle Forze Armate per il controllo del territorio in concorso con le Forze di Polizia di un ulteriore contingente massimo di 1.500 unità a partire dal 16 novembre 2015 fino al 30 giugno 2016.

Giuseppe Sala indagato e archiviato per l’appalto senza gara di Expo a Eataly

Senza clamore, la Procura di Milano aveva aperto un fascicolo per abuso d'ufficio su segnalazione dell'Anac di Cantone. Il gip: "Dubbi fondati su affidamento senza gara e condizioni ventaggiose" per l'azienda di Farinetti, ma non è dimostrabile che l'ad abbia agito con dolo. La vicenda rivelata oggi dal Corriere della Sera
Giuseppe Sala indagato in gran segreto, e in gran segreto archiviato. La vicenda – di cui dà conto oggi il Corriere della Sera – riguarda l’affidamento diretto a Eataly dei servizi di ristorazione in due padiglioni di Expo, con vantaggi per la società di Oscar Farinetti tali da destare l’attenzione dell’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. “Dubbi esistenti e condivisibili”, quelli di Cantone “sulla mancata osservanza della normativa originaria sugli appalti”, si legge nel decreto di archiviazione del gip Claudio Castelli citato dal Corriere. Ma l’ad di Expo oggi candidato sindaco di Milano per il centrosinistra non deve andare a processo perché “non risulta univocamente dimostrato l’elemento psicologico richiesto dal reato di abuso d’ufficio“. Con quell’appalto senza gara, la Eataly Distribuzione srl di Farinetti ottenne “un indiscutibile vantaggio contrattuale”, ma “non è dimostrabile che Sala abbia agito intenzionalmente per procurare un vantaggio ingiusto”.
Sala – lo si apprende solo ora – era stato iscritto nel registro degli indagati dai pm Giulia Perrotti edEugenio Fusco, dopo che l’Anac di Cantone, il 15 giugno dell’anno scorso, aveva inviato in Procura le spiegazioni di Expo su quell’applto, giudicandole non convincenti. I pm hanno poi chiesto l’archiviazione, che il gip ha sancito il 12 gennaio. Le indagini hanno comunque dimostrato che la società pubblica guidata da Sala “ha assicurato” a Eataly “condizioni economiche particolarmente vantaggiose” e “di maggior favore”, se paragonate a quelle “più rigorose” imposte nella gara del 23 febbraio 2014 per la ristorazione negli altri otto edifici del Decumano. La gara richiedeva di riconoscere a Expo royalty del12% sul fatturato, sottolinea il gip Castelli, mentre l’affidamento diretto a Eataly prevedeva appena il 5% (più l’1% oltre i 40 milioni di giro d’affari). Ed Expo è stata disposta a farsi carico di costi per elettricità, acqua, servizi e celle frigorifere. Dietro tutto questo, però, argomenta il giudice, “non emergono motivi sotterranei”, mentre risulta “tangibile l’interesse pubblico di Expo ad avere Eataly tra i propri partner”.
E l’affidamento diretto? La violazione della norma può essere “ipotizzata”, scrive il gip Castelli, ma la legge consente alle stazioni appaltamti di siglare un contratto negoziando direttamente con l’azienda interessata qualora l’appalto “possa essere affidato unicamente a un determinato operatore per ragioni di natura tecnica o artistica o attinenti alla tutela dei diritti esclusivi”. Eataly è compatibile con questa casistica? “L’opinione può essere più o meno condivisa”, ma “rientra peinamnte nella discrezionalità amministrativa”. E comunque, mancando la prova del dolo, l’inchiesta è da archviare.
Il Fatto Quotidiano

Terminata l’Expo Milano 2015, il padiglione ungherese è stato posto sotto sequestro da un tribunale di giustizia italiano

Terminata l’Expo Milano 2015, il padiglione ungherese è stato posto sotto sequestro da un tribunale di giustizia italiano con l’accusa di non aver pagato per intero le spese della costruzione. La società incaricata, la brianzola Redaelli Costruzioni, dopo vari mesi di insolvenze ha deciso di proseguire per vie legali.
Géza Szőcs, Commissario generale per l’Expo incaricato dal governo magiaro, ha ammesso il mancato pagamento, spiegando come fossero rimasti insoddisfatti della qualità dei lavori. Inoltre, l’azienda italiana avrebbe chiesto dei costi aggiuntivi non previsti dal contratto. Il prezzo originale dei lavori ammontava a 280 milioni di fiorini (quasi 900 mila euro), inclusi, secondo Szőcs, i 150mila euro non saldati. La Redaelli Costruzioni, che ha curato per l’Ungheria il completamento delle finiture interne e delle partizioni perimetrali, ha dichiarato che in realtà la cifra mancante sarebbe quasi il triplo, circa 440 mila euro. Il padiglione protagonista della questione, inizialmente pignorato a garanzia di pagamento, è stato prontamente rivendicato dall’azienda italiana come compensazione dell’importo non saldato.
La vicenda, però, ha avuto vita breve: a metà dicembre, il Tribunale di Milano ha assolto l’Ungheria, riconcedendole il possesso della struttura, respingendo così la richiesta dell’impresa nostrana.
Tra i due paesi si è aperto un divario: da un lato Szőcs, sicuro della vittoria sin dal principio, ha accusato i costruttori di aver esercitato pressioni psicologiche per ottenere il denaro mancante. Parole dure sono arrivate anche dal portavoce del governo János Lázár accusando gli italiani di aver preso il padiglione in ostaggio.  D’altra parte, la società brianzola per tutta la durata della vicenda giudiziara, ha deciso di chiudersi in un silenzio stampa, impenetrabile anche per i giornalisti locali.
Il padiglione, ispirato all’Arca di Noè ma simile a un tamburo sciamanico, è già noto allecronache magiare per una controversia nata tra gli architetti firmatari del progetto e gli organizzatori dell’esposizione. Poche settimane prima dell’inizio dell’Expo, infatti, gli architetti Attila Ertsey, Sándor Sárkány e Ágnes Herczeg, dopo aver visto il loro nome nella descrizione del padiglione sul sito expo2015.org, hanno preso le distanze dal progetto. Secondo il loro parere, il disegno finale presentato all’esposizione universale, non sarebbe altro che una bozza. Il malinteso sarebbe nato, secondo loro, dalla totale mancanza di comunicazioni tra i tre e le persone incaricate della presentazione del progetto. Interessante notare come l’ammutinamento sia conseguente ai commenti di alcuni pluripremiati colleghi, che hanno definito la costruzione come una “parodia architettonica in salsa kitsch”.
Le polemiche riguardo alla partecipazione magiara all’Expo non fiscono certamente qui. Il partito di centrosinistra Együtt ha denunciato la presenza di alcuni progetti stanziati nel budget di 5,2 miliardi di fiorini (ben 16 milioni di euro) ma mai effettivamente realizzati. In un articolo pubblicato da index.hu sulle irregolarità denunciate dall’opposizione, vengono segnalati progetti multimediali mancanti, siti web troppo costosi e filmati riguardanti le relazioni tra magiari e longobardi mai proiettati. Per questi ultimi la Focus Media Center ha ricevuto la considerevole cifra di 200mila euro, lasciando un interrogativo aperto: i filmati sono mai stati girati?
Nell’intricata non sono mancati anche risvolti politici: la società EuroAtlantic Solutions, di proprietà dell’ex ministro dello sviluppo economico del secondo governo Orbán Tamás Fellegi, ha ricevuto due pagamenti distinti, il primo da 75mila euro, il secondo da ben 2,5 milioni di europer il sopracitato sito web e per una campagna pubblicitaria con lo scopo di promuovere la partecipazione dell’Ungheria all’esposizione universale.
L’arca di Noè ungherese, libera da vincoli nostrani, verrà smontata e successivamente trasferita a Karcag, cittadina situata nell’Ungheria orientale, per diventare un museo equestre entro il 2017.
fonte: http://www.eastjournal.net/

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