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Expo fa volare Malpensa e Linate. Ma c’è l’incognita attentati a Parigi

L'impatto dei tragici fatti di Parigi sul traffico aereo è stato immediato, significativo e non se ne vede ancora la fine. Solo nelle prossime settimane si capirà se si stia esaurendo e se occorrerà attendere ancora. È quanto ha fatto sapere Pietro Modiano, presidente di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, nel corso dell’audizione al Comune di Milano. Complice l’Esposizione Universale, il 2015 è stato un anno positivo per gli scali milanesi: il monte-passeggeri è salito a 28,1 milioni, il 3% in più dell’anno precedente. Da Malpensa ne sono transitati 18 milioni, per un aumento dell’1,3% rispetto al 2014. «A novembre 2015 – dettaglia però Modiano – avevamo previsto una crescita del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Ma siamo stati costretti a ricrederci: per effetto di quanto avvenuto a Parigi il 13 di quel mese, abbiamo bruciato in soli 15 giorni 3 punti percentuali di crescita, attestandoci comunque su un buon 6,5% di incremento».
La paura di volare potrebbe costringere la società aeroportuale a vedere al ribasso anche le stime inserite nelle«Linee guida del quinquennio 2015-2020», quelle esposte ieri da Modiano, perché non è dato sapere quando finirà: «Abbiamo bisogno di qualche settimana per capire» scandisce il numero uno di Sea. Quali numeri potrebbero essere rivisti? «Il nostro obiettivo è far sì che il sistema aeroportuale milanese trasporti entro il 2020 circa 7 milioni di passeggeri in più all’anno rispetto ad oggi, arrivare a 33-34 milioni, puntando su una crescita delle tratte intercontinentali. Ma ora ci riserviamo di ridefinire le stime».
Oltre ai fatti di Parigi, ci sono altri due fattori di incertezza: le sorti del decreto Linate, ora che l’Unione Europea lo ha bocciato, e l’effetto delle fusione tra Sea e Sacbo, la società aeroportuale di Bergamo. Sul primo fronte, Modiano non nasconde la sua preoccupazione perché «c’è il rischio di un allargamento delle possibilità di voli internazionali e anche intercontinentali su Linate a danno di Malpensa, che è un’infrastruttura dedicata proprio all’intercontinentale e che ha bisogno, per questo, di voli a breve e medio raggio a sostegno. Linate è saturo: oltre i 10 milioni di passeggeri annui non si può andare». Quanto alla fusione con Sacbo, oggi si chiude il bando del Comune di Milano per l’advisor. Sea auspica che fusione sia entro giugno, mese delle elezioni amministrative. Uno scenario tutt’altro che scontato.

ilgiorno.it

L’EFFETTO EXPO SI È FATTO SENTIRE. CI SONO VOLUTI 20 ANNI MA ADESSO ABBIAMO UN SISTEMA MENO LONTANO DA QUELLO VINCENTE

 «U n anno di transizione». Lo definisce così Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere, il 2015 per il mondo fieristico italiano. Un anno che ha segnato un cambiamento nella geografia dell’industria di settore. «L’effetto Expo di Milano si è fatto sentire, eccome», dice il presidente lasciando intendere che quell’evento ha rappresentato uno spartiacque tra passato e futuro. «Ci sono voluti quasi venti anni, ma oggi il nostro sistema fieristico è meno lontano dal modello vincente della Germania». Il presidente parla di un sistema più maturo, ma anche più consapevole della propria forza. «Anche grazie ai provvedimenti promossi dal vice ministro allo Sviluppo economico Calenda che hanno dato un’iniezione di fiducia all’intero settore — osserva — Con un sostegno nel 2015 di 50 milioni di euro, affidati ai principali enti italiani, siamo riusciti a valorizzare il nostro network internazionale e ad aiutare le nostre imprese che operano all’estero. A questo punto, speriamo solo che questi sostegni diventino strutturali come accade in Germania». Addio, quindi, all’immagine datata dell’Italia delle fiere e dei campanili. «È solo un ricordo, e nemmeno piacevole — dice — Se guardo al futuro vedo Milano come l’ammiraglia del sistema fieristico italiano, ma subito dopo arrivano poli all’avanguardia e specializzati come Bologna e Verona che rappresentano due punti di forza per
le imprese manifatturiere made in Italy», sottolinea il presidente di BolognaFiere. Che apre l’anno nuovo con il tradizionale appuntamento di Marca, dedicato al mondo della marca commerciale: «Avremo tutte le insegne più importanti della Gdo, con tre new entry: Carrefour, Metro e Iper». Intanto, BolognaFiere chiude il 1° semestre 2015 con un utile lordo di 2,8 milioni di euro per la capogruppo e di 6,8 milioni di euro per il gruppo grazie al buon andamento delle manifestazioni organizzate in Italia (solo dal Cosmoprof, la fiera mondiale della cosmetica e del benessere, sono arrivati 3 milioni in più portando in città 2500 espositori da oltre 70 paesi nel mondo). In crescita, oltre alle aspettative del budget, i ricavi: 41,7 milioni di euro per la capogruppo contro i 38 attesi e 63,9 milioni per l’intero gruppo BolognaFiere. «Nel 1° semestre abbiamo recuperato 5 milioni persi con il trasferimento di Lineapelle a Milano e migliorato la reddittività della società», rivendica Campagnoli che iscrive a bilancio anche 500mila euro di utile dall’avventura del Padiglione della biodiversità a Expo. «Un lavoro che continuerà anche dopo l’evento di Milano con la 28esima edizione di Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale (9-12 settembre)». Come continuerà il lavoro intrapreso nel corso degli anni con Cersaie (ceramica), Saie (serramenti e forniture di interni-esterni), Accadueo (tecnologie per trattamento acqua potabile), Expotunnel (tecnologie per il sottosuolo) ed Eima (macchine agricole), solo per citare alcuni appuntamenti calendarizzati per quest’anno. Anche se la vera scommessa per Campagnoli si chiama Motor Show, il salone dell’auto. Sarà l’edizione del quarantennale, già inserita nel calendario internazionale dell’Oica, che darà ancora più peso alla manifestazione nei confronti della business community. Non a caso, dal 3 all’11 dicembre torneranno a Bologna le associazioni del settore e le case automobilistiche. «Sono sicuro che faremo un grande evento», premette il presidente dell’expo di via Michelino, che gestirà l’organizzazione dell’evento assieme ad Autoprometec, Aci Sport, Anfia ed Econometrica. Intanto, BolognaFiere ha già incassato l’impegno di Fca ad esserci. «Fca è con noi. Si è impegnata per il 2016». Restando alle performance del 1° semestre, il presidente sottolinea che questi risultati sono stati ottenuti nonostante le incertezze economiche del mercato interno. «Qualche flebile segnale di ripresa lo abbiamo avvertito, ma il vero problema resta l’asfissia del mercato dell’edilizia. Tuttavia — aggiunge — siamo riusciti a compensare questa debole ripresa con la crescita dei dividendi delle società estere — negli Usa, Cina e Hong Kong — che hanno permesso al Cda di confermare una previsione di chiusura d’anno raggiungendo l’obiettivo di pareggio programmato». In questo senso, un’ulteriore conferma arriva da Cosmoprof Asia (11-13 novembre): un’edizione, la ventesima, caratterizzata da un numero record di visitatori (63.241 provenienti da 119 Paesi nel mondo, +5,5% rispetto alla precedente edizione) e di espositori (2504 aziende provenienti da 46 Paesi, un dato che segna un incremento del 6% rispetto al 2014). Un andamento economico, quello di BolognaFiere, che fa dire al presidente che la società sarà in grado nei prossimi anni di reggere con le proprie forze il peso dei 70 milioni per la realizzazione dei nuovi spazi espositivi a Nord del quartiere. Serve però un impulso dai 15 ai 20 milioni di euro derivanti da un aumento di capitale e da realizzare entro il 2020. «Soldi che arriveranno in parte dal pubblico e in parte dal privato, ma possiamo partire subito nel 2016 per avere due padiglioni nuovi entro il 2018». Duccio Campagnoli è il presidente di BolognaFiere. Ottimi gli ultimi mesi di gestione della società e le prospettive per il prossimo futuro
repubblica.it

Athens denies extradition for 'No Expo'

(ANSA) - Milan, January 8 - Judges in Athens have turned down Italy's extradition request for two out of five Greek anarchists arrested in violent May 1 protests against the opening of the Milan expo world's fair, judicial sources said Friday.
    Legal sources said the ruling may have been due to the fact that the charges against the two, of "pillaging and plundering", are not on the statute book in Greece.
    In Italy they carry jail terms of up to 15 years.
    Italian police in November arrested 10 people in Italy and Greece in connection with the anti-Expo clashes that turned violent on May 1, the opening day of the world's fair.
    The suspects - five Italians and five Greeks - face charges of destruction and looting, aggravated resistance to a public official and misrepresentation.
    Eight of the suspects - four Greeks and four Italians - were taken into custody, while the remaining two were on the run.
    A further five suspects - three Milanese, one person from Como and one Greek national - are out on bail.
    The suspects all belong to anarchist groups that infiltrated a peaceful anti-Expo march, lobbing Molotov cocktails and fireworks at police, setting cars on fire, and destroying shop windows.
    They were identified after police analysed over 600 GB of photographic and video material.
    "We extrapolated hundreds of stills highlighting every smallest detail useful in singling out the authors of the crimes," police sources said at the time of the arrests.
    The Greek anarchist group was pinned down after 14 members drew the attention of cashiers at a Milan supermarket where they were shopping on May 2.
    The cashiers called the police.
    Investigators say the suspects formed a single 'black bloc' that carried out over 100 acts of devastation in complicity "with at least 300 people".
    One of the suspects is Greek anarchist Alexandros Kouros, who investigators say was the most dangerous and active in causing violence.
   
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Soldi sul dopo Expo2015, non alle Olimpiadi

Sabrina Cottone Che cosa accadrà di Expo dopo l'Expo? La domanda è tutt'altro che peregrina in un momento in cui il manager che ha legato il suo evento al 2015, Giuseppe Sala, è tutto concentrato sulla battaglia elettorale per vincere le primarie di Palazzo Marino. I destini dell'area rimangono incerti e, anche se il governo è interessato alla partita, il problema restano i soldi che mancano all'appello, in un momento in cui i fondi pubblici a dir poco scarseggiano. E così ecco arrivare la protesta della Lega e di Forza Italia in Lombardia, che chiedono al governo Renzi di rivedere le sue priorità e di concentrare gli sforzi sul dopo Expo. La Lega chiede di lasciar perdere le Olimpiadi a Roma e concentrare gli sforzi sul dopo Expo. «Il governo piuttosto che sprecare quattrini pubblici per portare avanti questa candidatura perdente, buona solo per avere risalto mediatico, indirizzi queste risorse a progetti seri, come per esempio la riqualificazione dell'area post- Expo» dice Paolo Grimoldi, parlamentare e segretario della Lega lombarda. Grimoldi sostiene che il referendum chiesto dai radicali è inutile «perché sappiamo bene tutti che questi giochi olimpici non verranno mai assegnati a Roma», anche a causa dei «continui problemi amministrativi e organizzativi» della capitale. In pressing sul governo anche la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini: «Dopo Expo è prioritario che il governo stanzi soldi veri, non promesse. Da sempre erano previsti 100 milioni di euro di stanziamenti per l'Istituto italiano di tecnologia a Milano. Li aspettiamo per il dopo Expo».L'idea che l'area visitata con entusiasmo da tanti si trasformi in un deposito dei sogni perduti inquieta. E se sulla sua pagina Facebook Francesca Balzani parla di «bioparco» («un Polo internazionale sulle Biotecnologie e la Biodiversità, che potrebbe articolarsi in 3 Parchi tematici»), anche il candidato sindaco Corrado Passera attacca e accusa la giunta Pisapia e i suoi eredi di non avere un piano di sviluppo per Milano. Sotto accusa finisce anche Sala, che «si vanta di aver creato «tanto lavoro, riferendosi a quello temporaneo, quando non addirittura gratuito, attivato con Expo». Insomma, dopo la chiusura dei battenti, il dopo Expo resta un'incognita.
Il Giornale

Expo, gli sponsor dell’Albero pronti al bis. E Orgoglio Brescia tratta con la Cina

Milano, 6 gennaio 2016 - Lunedì prossimo riprenderanno le telefonate per sincronizzare la agende e sedersi intorno a un tavolo entro la prima metà di gennaio. Al centro, il fascicolo dell’Albero della vita di Expo. Coldiretti, Pirelli e il consorzio Orgoglio Brescia, alias gli sponsordell’installazione, stanno facendo i conti per stimare quanto costi riaccendere la torre luminosa sul sito di Rho. In altre parole, fare il bis del semestre 2015. I numeri devono arrivare dagli stessi uffici di Expo spa. I tre promotori hanno cercato di ottenerli già prima di Natale e ora torneranno alla carica, perché prima di alzare di nuovo l’interruttore dell’Albero della vita, serve mettere nero su bianco un piano industriale.


L’interesse c’è, ma bisogna entrare nel dettaglio dei costi e anche dei ricavi che Coldiretti, Pirelli e Orgoglio Brescia potrebbero generare dal loro patrocinio. «Un conto era l’Expo, che è stata una vetrina mondiale, un conto è il destino di quell’area – osserva Giancarlo Turati, portavoce di Orgoglio Brescia, il consorzio di 19 imprese, più l’associazione industriale provinciale, che ha costruito l’Albero –. Bisogna capire cosa diventerà negli anni, chi ci viene». L’investimento, insomma, non può più essere a «fondo perduto» come era stato per il semestre del 2015, ma alle spalle deve avere un progetto industriale, ad esempio che preveda la gestione del merchandising della rinata installazione. Per l’operazione Expo, d’altronde, i tre sponsor hanno già staccato assegni a sei zeri. Nel complesso, circa otto milioni di euro confluiscono tra il 2014 e il 2015 nelle casse del progetto Albero della vita. Al conto vanno aggiunti i 3,9 milioni di euro spesi per gli effetti speciali, affittati attraverso la società aquilana Agorà: riflettori, laser, macchine per il fumo, fiori gonfiabili e ventagli colorati. Infine, ci sono le bollette della luce e dell’acqua delle fontane.

I tre sponsor, tuttavia, si muovono cauti nel trattare il dossier «spettacolo». Se è vero che è stato proprio loshow di luci e musica a incollare davanti all’Albero 14 milioni di spettatori in sei mesi e, di conseguenza, a tracimare sul web con un hashtag, #treeoflife, che ha sorpassato quello dell’Albero di Natale, una spesa nell’ordine di grandezza di quella di Expo è già scartata. Lo show va ridimensionato, riscritto per funzionare con un minor numero di macchine e magari non tutti i giorni. Expo ha già smantellato l’apparato di luci, riflettori e macchinari che pendevano a grappolo dai rami dell’Albero. Restano la struttura nuda, in fase di «congelamento», e gli impianti sotterranei.

Nel frattempo avanzano le trattative tra Orgoglio Brescia e investitori cinesi per una copia dell’Albero nel Paese di Mezzo. Non un clone della torre di Expo, quanto un progetto simile. «Con la Cina siamo più avanti, nei prossimi mesi andremo di là per ufficializzare il progetto e la città di destinazione», puntualizza Turati. Il pool di imprenditori aveva ricevuto corteggiamenti anche da Paesi del Golfo e da uno dell’area -Stan, ma nelle ultime settimane ha preso quota l’ipotesi di una commessa simile negli Stati Uniti. I progetti, tuttavia, sono ancora sulla carta, mentre la Germania ha regalato le panchine del suo padiglione al Giardino delle culture di Milano (giovedì il taglio del nastro).

In parallelo Expo spa ha pubblicato le gare per i primi appalti della gestione post-evento. Il primo è un avviso di pre-informazione (formula usata per accorciare i tempi) per assegnare «la conduzione e la manutenzione» dei padiglioni che resteranno in piedi. Valore: due milioni di euro. Il secondo consiste nella vigilanza e nel controllo degli accessi del sito fino al 30 giugno. Gli organizzatori mettono sul piatto 5,3 milioni di euro, di cui 1,7 per i servizi opzionali, tra cui controlli con unità cinofile e ai varchi «nelle attività di spettacolo e intrattenimento». Ossia quelle che dovrebbero partire dalla primavera, con la Triennale di Milano e la sua ventusima Esposizione internazionale del design.
Il Giorno