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BMT apre al turismo itinerante e lancia l’Expo Camper Caravan Campeggio

 
A Napoli un nuovo grande salone dedicato al Camper, Caravan, Campeggio e al turismo all’aria aperta amplierà la proposta della BMT – Borsa Mediterranea del Turismo in programma alla Mostra d’Oltremare da venerdì 20 a domenica 22 marzo 2020.
Anche per il mercato del centro-sud Italia arriva quindi la possibilità di visitare una grande fiera dedicata al turismo itinerante nelle sue varie forme, dal Caravanning al Camper Style, alle attrezzature per il campeggio e per il turismo outdoor e alla ricettività territoriale.
Un’occasione unica in una condizione di mercato del settore produttivo in importante crescita sul piano nazionale (+ 20% del 2018 sul 2017) e che vede il centro-sud invertire positivamente la tendenza (+ 57% ) in un quadro di un ricchissimo potenziale turistico come quello del mezzogiorno d’Italia.
In Europa e in Italia cresce vertiginosamente la voglia di vacanze all’aria aperta con il forte avanzare della dimensione green che si sta sempre più orientando verso consumi turistici ecosostenibili, che la tecnologia dei nuovi mezzi dell’abitar viaggiando rende possibile coniugando comfort e rispetto ambientale.
Un’occasione per rilanciare in Campania e nel Sud, grazie al nuovo interesse dimostrato dagli amministratori locali, una grande campagna per la realizzazione di una rete di strutture e di servizi per il turismo itinerante che offra nuove opportunità ai turisti europei e italiani di conoscere e frequentare un territorio straordinario per clima, natura, cultura, enogastronomia.
Il turismo all’aria aperta è una forza trainante nell’economia italiana che coinvolge una filiera produttiva ampia e integrata; dalla produzione degli autocaravan, caravan, all’impiantistica per campeggi e aree di sosta e camper service, all’accessoristica, alla promozione e marketing territoriale, ecc.
I numeri di questo comparto turistico sono significativi. Solo nel nostro Paese i camper immatricolati sono 230.000, le caravan 64.000 (+ 70% in 10 anni), il loro fatturato è di un miliardo, il giro di affari complessivo è invece di oltre 2,5 miliardi di euro annui, i turisti italiani e stranieri che praticano il turismo all’aria aperta in Italia più di 8 milioni.
L’EXPO di Napoli diventa soprattutto per il pubblico del centro-sud un’imperdibile occasione per conoscere, frequentare il mondo del turismo in libertà e per scoprire tutto quello che il mondo della produzione offre per una vacanza da sogno. L’adesione dei maggiori concessionari campani del settore con la presentazione dei marchi più importanti e delle attrezzature tecnologiche più innovative mette nelle condizioni il turista neofita di fare le scelte di acquisto migliori e quello storico di adeguare ed arricchire il proprio mezzo alla vigilia della programmazione della vacanza.
La collaborazione di PROMOCAMP ITALIA, storica associazione di imprenditori che ha avuto ed ha un ruolo strategico nello sviluppo nazionale del turismo itinerante, è poi importantissima per diffondere e realizzare anche a Napoli e al Sud il suo know how tecnico-progettuale e le sue proposte per il decollo del turismo all’aria aperta nelle destinazioni più attraenti d’Europa.
travelnonstop.com

2025: Parigi vuole pure l'Expo

Non si farà in tempo a chiudere il Villaggio Olimpico alla fine dell'estate del 2024 che bisognerà correre a Saclay, una cittadina di 4 mila abitanti a sud ovest della capitale, pochi chilometri da Versailles, per inaugurare l'Esposizione Universale del 2025 se il Bie, Bureau international des exposition, di qui a un anno, nel novembre 2018, avrà designato Parigi come sede della manifestazione.
Intanto, giovedì scorso, Parigi ha presentato ufficialmente la sua candidatura (un dossier di 700 pagine) e si prepara a sfidare, con un intenso lavorio diplomatico e una massiccia campagna di promozione internazionale (leggasi, lobbying), le tre concorrenti: Ekaterinenburg, città industriale senza fascino nel cuore della regione degli Urali (unica curiosità storica: qui furono fucilati nel 1918 l'ultimo zar Nicola II e tutta la famiglia Romanov); Osaka, la seconda metropoli del Giappone con uno dei più grandi porti industriali del Pacifico, e infine Bakou, la capitale dell'Azerbajian, sul mar Caspio, ex stazione balneare riservata ai gerarchi del Cremlino ai tempi dell'Unione Sovietica.
Parigi, a sentire Pascal Lamy che non è il solito grand commis ma un economista esperto di commercio internazionale, visto che ha guidato per un decennio il Wto, è stato capo di gabinetto di Jacques Delors a Bruxelles e ha lavorato anche con il nostro Romano Prodi alla Commissione europea e per questo è stato incaricato, nel 2013, dal presidente François Hollande di preparare e istruire il dossier Expo per conto dell'Eliseo e del governo; Parigi, dicevamo, ha tutte le carte in regola per riuscirci. «Paris c'est une candidature qui rassemble», ha continuato a ripetere ieri mattina durante una conferenza stampa al Quai d'Orsay, il ministero degli Esteri, sotto lo sguardo compiaciuto del presidente di Expofrance 2025, Jean-Cristophe Fromantin, della presidente della regione Ile-de-France, Valerie Pecresse, e quello di circostanza di una delle vicesindaco di Parigi, Marie-Christine Lemardeley, venuta al posto del sindaco Anne Hidalgo che è stata una grande avversaria dell'Expo e che ora, ottenuto il suo scopo (le Olimpiadi, Paris 24) preferisce sfilarsi neanche troppo diplomaticamente.
Lamy, che è un uomo elegante e sofisticato (indossa sempre giacche alla coreana), ha un ultimo obiettivo da raggiungere: rassicurare i decisori del Bie che tutta la Francia è compatta dietro la candidatura di Parigi e che le polemiche sollevate, prima dell'estate (vedere ItaliaOggi del 14 giugno), da madame Hidalgo, sindaco di Parigi, appunto, sono acqua passata.
Pensate che, allora, Hollande, dopo aver promesso l'appoggio dell'Eliseo al delegato interministeriale Lamy, dovette fare marcia indietro dopo aver ricevuto una lettera riservata (rivelata all'epoca dal quotidiano Le Monde) di un'inviperitissima Hidalgo che minacciava fuoco e fiamme e chiedeva ufficialmente al presidente di rinunciare alla candidatura per l'Expo 2025.
Che aveva un solo limite ai suoi occhi.

Milano pronta a ricevere Obama, città torna la capitale mondiale del cibo Dall'8 all'11 maggio Milano Food, presenti anche Renzi, Martina e Calenda

Tutto pronto a Milano per ricevere, da capitale mondiale della buona alimentazione, l'ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Il sindaco Giuseppe Sala gli consegnerà simbolicamente le chiavi della città e per l'occasione saranno in molti i nomi presenti, dal segretario del Pd Matteo Renzi ai ministri Carlo Calenda (Sviluppo Economico), Maurizio Martina (Politiche Agricole) e Valeria Fedeli (Istruzione). Gli organizzatori di Seeds&Chips del Global Food Innovation Summit oggi hanno reso ufficialmente noti i nomi dei diversi relatori che dall'8 all'11 maggio si alterneranno sul palco che fu di Expo Milano 2015. Oltre a Obama (che terrà il suo key note speech il 9 maggio, per dialogare subito dopo sul palco con il "suo" chef alla Casa Bianca Sam Kass), per parlare di cibo, buona alimentazione, lotta allo spreco alimentare, sostenibilità, si alterneranno i "guru" internazionali della foodtech Danielle Gould, Ceo di Food+Tech Conncet, e Deepti Sharma Kapur, ceo e fondatrice di FoodtoEat, che affronteranno il tema di come i cosiddetti millennials stiano cambiando l'industria globale del cibo.
Il fondatore di Seeds&Chips, Marco Gualtieri, si confronterà l'8 maggio con le istituzioni: il Commissario Ue per l'Agricoltura, Phil Hogan, il presidente del Comitato Europeo delle Regioni, Markku Markkula, il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo. Il giorno successivo, oltre a quello di Obama, sono previsti gli interventi del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e di Dickson Despommier, professore emerito della Columbia University considerato nel mondo il pioniere del cosiddetto "vertical farming". Il 10 maggio, invece, il presidente di Illy Caffé, Andrea Illy, dialogherà su "Climate change e food system" con David Wilkinson, direttore aggiunto del Centro Ricerche della Commissione Europea. "Con questa edizione, e con la partecipazione straordinaria di Barack Obama - ha commentato Marco Gualtieri, ideatore e presidente di Seeds&Chips - Milano e l'Italia tornano centri mondiali del food e della food innovation dopo Expo. L'Italia può avere un ruolo di primo piano in questo settore".
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8 Marzo, per le donne musei gratis in tutta Italia

 Ingresso gratuito alle donne, l'8 marzo, in tutti i musei e luoghi della cultura statali. Lo annuncia il ministero di beni culturali e turismo che quest'anno celebra la Festa della Donna anche con una campagna di comunicazione social e una galleria di donne che hanno fatto la storia, da Saffo a Jane Burden Morris, da Artemisia Gentileschi a Madame de Stael. Oltre trenta locandine digitali - selezionate dagli storici dell'arte del principali Musei Italiani - animeranno in questi giorni il profilo Instagram di @Museitaliani da oggi fino all'8 marzo. Mentre si lancia la consueta caccia al tesoro digitale invitando i visitatori a scovare e poi fotografare e postare condividendo con l'hastag #8marzoal museo ritratti di donne di tutte le epoche nei dipinti, le sculture, i vasi figurati, arazzi, affreschi di tutte le collezioni museali. Domenica 5 marzo, intanto, torna anche l'appuntamento con la Domenica al museo e porte aperte gratis in tutti i luoghi della cultura statali
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Expo, l'Albero della vita in versione Lego: una sfida da 10mila like

L'Albero della Vita di Expo 2015 da realizzare con i mattoncini Lego? Chissà, tutto è possibile. L'idea è di Fabry Pastori, autore di un prototipo con cui sta partecipando ad un contest della multinazionale. Pastori, che ad Expo è stato volontario, ha pensato di prendere spunto dal successo dell'esposizione universale, di cui l'Albero della Vita è simbolo riconosciuto. La Lego ha approvato il prototipo, ma non basta: ora occorre che l'idea raggiunga un numero sufficiente di "likes". Ne servono 10mila in 424 giorni: il count down è partito il 27 dicembre 2016. Per votare basta andare sul sito internet e seguire le istruzioni, poi cliccare su 'support'.
Nelle motivazioni che Pastori ha dato proponendo questa costruzione, si legge che "l'opera rappresenta, al contempo, scultura, installazione, edificio e monumento, con chiari rimandi al Rinascimento Italiano e alla struttura pavimentale di piazza del Campidoglio a Roma creata da Michelangelo nel XVI secolo". Il giovane ha aggiunto vhe "in quanto simbolo dell'Esposizione universale e un pezzo unico nel suo genere dovrebbe essere un set Lego che chiunque nel mondo possa costruire". Soprattutto perché, ha sottolineato Pastori "nei sei mesi di Expo, ben 14 milioni di persone hanno assistito ad almeno uno degli spettacoli di luci e musica allestiti in orario serale". E così, ha concluso: "ho voluto realizzare un qualcosa che, come il sottoscritto, chiunque avrebbe voluto portarsi via come ricordo".
ilgiorno

Sala indagato si autosospende da sindaco di Milano


Sala indagato si autosospende da sindaco di Milano

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ex ad di Expo, risulta indagato nell'inchiesta sulla 'Piastra dei servizi' dalla procura generale di Milano. Da una richiesta di proroga indagini, era emerso che la procura generale, dopo aver avocato l'inchiesta alla procura, ha iscritto nuovi nomi nel registro degli indagati. Tra loro figura il primo cittadino milanese. 
A Sala viene contestata dai magistrati un'ipotesi di falso. A coordinare l'inchiesta è il sostituto pg di Milano Felice Isnardi che poco più di un mese fa ha avocato l'indagine togliendola alla Procura che aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo. Richiesta che era stata 'bocciata' dal gip. Con le nuove indagini della Procura generale è arrivata l'iscrizione di Sala.
"Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco". Lo ha spiegato il sindaco di Milano Giuseppe Sala in una nota. "Determinazione - ha aggiunto - che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano"
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L’eccellenza di Expo non finisce mai: condannata la Presidente di Expo 2015 spa Diana Bracco

Oh, finalmente. Ora anche la Presidente di Expo 2015 spa (la società creata ad hoc dal governo per la gestione dell’evento fin dal 2008, governo Berlusconi) può fregiarsi del titolo di condannata a due anni di reclusione per i reati di appropriazione indebita e dichiarazione fraudolenta dei redditi attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Poca roba rispetto ai reati a cui ci abitua la nostra classe dirigente, per carità, ma si tratta comunque di un reato abbastanza odioso per chi avrebbe dovuto essere all’altezza di un ruolo di garanzia. La Bracco, tra l’altro, è stata anche commissario generale di sezione per il Padiglione Italia all’Expo 2015 e vicepresidente di Confindustria con delega per ricerca e innovazione. Basta? No. Nel curriculum c’è anche il cavalierato del lavoro (che Paese strano, dagli strani Cavalieri) nonché laureata honoris causa all’Università di Pavia, presidente di Assolombarda, nel consiglio di amministrazione dell’Università Bocconi di Milano più un’altra decina di ruoli spicci.
Eppure, la Bracco, non aveva ancora capito che le spese personali non andrebbero messe in carico all’azienda che si dirige e così tre milioncini di euro sono finiti per sbaglio dentro i bilanci della casa farmaceutica di cui porta il cognome: soldi che sono serviti a ristrutturarle la casa e tenere in ordine la barca. Così il giudice ha deciso per la condanna e l’interdizione dai pubblici uffici per un anno e 6 mesi. La presidente di Expo interdetta dai pubblici uffici è una notizia che andrebbe tradotta in tutte le lingue del mondo almeno per smontare la retorica. Sì, perché qui non si discute tanto della condanna in sé ma di come il manto celebrativo di Expo continui a prosperare nonostante gli arresti e le condanne di persone inserite in ruoli chiave sia per operatività che, come nel caso di Diana Bracco, di responsabilità rappresentativa.
Il tema qui è un altro: la continua riproposizione di una classe dirigente che viene celebrata senza giudizio, è protetta da una retorica utile al potere per raccontare che “tutto va ben” e appare inossidabile nonostante le colpe e gli errori. Così alla fine anche su Expo ha vinto la narrazione contro la realtà. E vedrete che tra qualche anno li celebreranno tutti. Tutti. Bracco inclusa.
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Rio2016 Expo La città è pronta ad accogliere i visitatori internazionali e vuole mostrare a tutti il suo lato più sportivo in occasione delle Olimpiadi


Sulla eco del grande successo ottenuto con la Coppa del Mondo FIFA 2014, il Brasile ha ospitato oltre 6,3 milioni di turisti internazionali nel corso del 2015 tra cui 202,015 visitatori Italiani. Ora il Paese è pronto a riaffermare il suo grande amore per lo sport e la sua vocazione per l’ospitalità con i prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Rio de Janeiro. 
A meno di tre mesi dall’inizio del grande evento sportivo, che avverrà con una cerimonia ufficiale il 5 agosto, la Cidade Maravilhosa è pronta ad accogliere fino a 500,000 visitatori previsti in occasione dei Giochi. La grande varietà di paesaggi della città e dell’omonimo Stato, la rendono una destinazione perfetta per gli appassionati del fitness, così come per chi è in cerca di relax e chi vuole passare momenti divertimento assaporando in prima persona l’atmosfera carioca, magari in compagnia della persona amata o di tutta la famiglia.
Gli abitanti di Rio sanno come approfittare al meglio delle sue celebri spiagge, dell’oceano e della natura che li circonda. I visitatori sono invitati a imitare lo stile di vita locale e tenere in forma corpo e mente durante il loro soggiorno in Brasile, respirando l’atmosfera olimpica e visitando le attrazioni principali di Rio.

RIO DE JANEIRO AMA LO SPORT


NON SOLO FUTEBOL
Premessa: Rio non è solo futebol! I visitatori avranno modo di constatare che la popolazione carioca è devota a ogni tipo di sport. 
E vero, gli abitanti di Rio amano giocare a calcio in spiaggia, ma qui tutti amano le attività all’aria aperta tra cui ciclismo, trekking, pallavolo e beachvolley, nuoto, surf, canoa e tanto altro ancora! 

BAMBINI ALLA SCOPERTA DI RIO
Chi si trova in visita a Rio de Janeiro con i bambini, capirà presto che la città può essere vista e vissuta come un grande parco giochi. Prima meta tra tutte è ceramente il Baixo Bebê di Leblon, un’area completamente dedicata ai più piccoli situata sulla spiaggia di uno dei quartieri di Rio de Janeiro più affascinanti. Qui è possibile affittare giochi e attrezzature per neonati e ci sono numerosi chioschi dove comprare snack e bevande. Inoltre è un ottimo modo per i genitori per conoscere le famiglie locali e scoprire le loro abitudini. L’equivalente presso Ipanema è l’area IpaBebê.
A Rio è anche possibile approfittare di numerosi parchi e giardini, come il Parque Lage collocato nel mezzo del bellissimo Giardino Botanico di Rio, che ospita anche un acquario con tanto di piranha, una grande attrazione per i più piccoli.

NATURA E ECOTURISMO
La città ospita numerosi percorsi perfetti per gli appassionati della natura e dell’eco-turismo, tra cui la Foresta di Tijuca, la più grande foresta urbana del mondo e uno dei maggiori luoghi ricreativi di Rio. Qui è molto piacevole praticare trekking tra la flora e la fauna, cascate e laghetti. 
I visitatori che in occasione delle Olimpiadi avranno qualche giorno in più per spostarsi, potranno approfittare dei rilievi della Serra do Mar, catena montuosa nello Stato di Rio de Janeiro con una vegetazione lussureggiante e scenari spettacolari. Le migliori mete per l’ecoturismo dell’area sono Petropolis e Teresopolis, raggiungibili entrambe attraverso percorsi che premiamo i visitatori con viste mozzafiato. L’area ospita la maggiore rete di sentieri di tutto il Brasile.

PER I PIÙ AVVENTUROSI
È la conformazione geografica di Rio a renderla una meta ideale per praticare sport estremi. L’intera area offre diverse opzioni, anche grazie alla presenza della regione montuosa. Primo tra gli sport estremi praticati a Rio sono deltaplano e parapendio. Il punto di lancio migliore è senza dubbio Pedra Bonita, picco del Parco Nazionale di Tijuca, per ammirare in un solo colpo d’occhio tutta la meravigliosa baia. 
Da Teresopolis e Petropolis è possibile effettuare arrampicate in montagna e praticare rafting nella rapide dei numerosi fiumi e torrenti.

SPORT ACQUATICI … E VITA DA SPIAGGIA
In condizioni meteo favorevoli, una bella esperienza a Rio è raggiungere in canoa Praia de Fora, ai piedi del Pão de Açúcar, dalla piccola spiaggia di Urca. La costa è magnifica da ammirare da una prospettiva particolare. 
Numerosi turisti raggiungono Rio per le sue magnifiche onde. Praia do Diabo vanta grandi e forti onde durante la maggior parte dell’anno. Le correnti sono forti e le onde irregolari, e rendono l’area ideale solo per i surfsti professionisti. In ogni caso la costa di Rio de Janerio è ricca di molte altre zone perfette per praticare questo sport.
Inutile ricordare che Rio de Janeiro è anche sinonimo di ampie e bellissime spiagge come le famosissime Copacabana, Ipanema e Leblon. Dopo tanto sport praticato in tutta la città e nelle zone circostanti, suggeriamo di godersi un po’ di relax, magari al tramonto, giocando con i bambini o brindando con il proprio partner al calare del sole, per ricaricarsi di energia in vista di una nuova giornata alla scoperta del lato sportivo di Rio.

informazione.it

Expo Uvet, joint venture con Yong Cheng in Italia un milione di cinesi nel 2017

Milano L a grande occasione sono 230 mila turisti cinesi da accudire e coccolare in giro per l’Italia nella seconda parte dell’anno. Di fronte a un business così importante e impegnativo Luca Patanè, a capo di Uvet, uno fra i maggiori gruppi italiani nel settore turistico, dimentica i dispiaceri che pure gli ha dato Expo. Precisa: «Certo, grazie all’Expo il nostro gruppo è riuscito ad accelerare il suo processo di internazionalizzazione come dimostra l’apertura di due nuove sedi a Londra e Chicago. E a costruire una serie di rapporti che si stanno rivelando preziosi. Così come è stata positiva la vendita di tutti i 575 mila biglietti acquistati». E allora? «Purtroppo - spiega Patanè - a Milano avevamo prenotato 2mila camere di albergo. Ma Expo non è stata in grado di fare una campagna di comunicazione adeguata nei confronti dei turisti stranieri. Il risultato è che una parte delle camere è rimasta invenduta. E così, invece dei 17 milioni di ebitda previsti nel budget 2015 ne porteremo a casa 5 o 6. I conti precisi li potremo conoscere solo quando sarà pronto il bilancio consolidato». Acqua passata. A rallegrare il patron di Uvet è la fresca costituzione di una joint venture con il gruppo Yong Cheng, un colosso cinese interessato alla gestione dello shopping estero dei connazionali. L’obiettivo della società costituita fra Uvet e Yong Cheng è riempire i grandi centri commerciali del Bel Paese di cinesi desiderosi
di acquistare i migliori prodotti del made in Italy. E visto che i turisti in questione saranno 230 mila l’operazione si presenta abbastanza complessa. «Noi ci occuperemo dell’intero pacchetto per 30 mila turisti: dal soggiorno allo shopping, agli spostamenti interni - afferma Patanè - Quanto agli altri 200 mila ci limiteremo a gestire solo gli acquisti nei mall». A luglio, quindi, è previsto il calcio d’inizio di una partita molto interessante. «L’anno prossimo - dice il presidente di Uvet - la nostra joint-venture si occuperà di gestire un milione di turisti cinesi. Si tratta di una scommessa molto ambiziosa che vogliamo vincere. A questo proposito desidero precisare che non ci limiteremo a puntare su destinazioni come Roma, Milano, Firenze o Venezia. Ma ci stiamo impegnando per portare i cinesi anche nel Sud». La posta in palio è grossa. Secondo stime del ministero del turismo cinese fra cinque anni arriveranno in Italia 6 milioni di turisti provenienti dall’ex celeste impero. E Uvet, tramite la joint venture, vuole assicurarsene una bella fetta. La Cina, dunque, ma non solo. I contatti acquisiti nel corso di Expo attraverso la gestione di una dozzina di stand, l’organizzazione di eventi, la gestione di biglietti e di flussi di turisti provenienti da tutto il mondo si stanno rivelando eccellenti. Lo conferma il coinvolgimento della controllata Uevents nel business collegato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro. A cominciare dall’accordo con il Coni per la biglietteria di cui la stessa Uevents sarà rivenditore autorizzato. Ma non basta. Perché il gruppo guidato da Patanè organizzerà i pacchetti di viaggio degli sponsor della squadra olimpica italiana per conto del Coni. Da Rio de Janeiro ad Astana, capitale del Kazakistan e sede di Expo 2017. Una città dove il gruppo Uvet sta già capitalizzando l’esperienza acquisita a Milano come conferma il coinvolgimento nella gestione di padiglioni e nell’organizzazione della ristorazione per l’evento; un insieme di iniziative e di commesse che già oggi valgono una decina di milioni di euro. E che in futuro potrebbero crescere ancora. Sul fronte internazionale va citato sia il coinvolgimento di Uevents nei prossimi campionati di calcio sia l’accordo firmato con il colosso americano Walgreens Boots Alliance (circa 470 mila dipendenti), numero uno mondiale nel business delle farmacie, per la gestione degli eventi del gruppo stesso. Quanto alla ciliegina sulla torta della crescita è la fresca acquisizione di Open Travel Network, (Otn) la rete composta da oltre 500 agenzie di viaggio, presenti su tutto il territorio italiano e in particolare al centro sud. Il gruppo Uvet può ora contare su un totale di 2 mila agenzie di viaggi: le 500 Otn si vanno ad aggiungere infatti alle 1.300 ClubViaggi e alle 200 Last Minute Tour. Riguardo ai conti Patanè appare abbastanza soddisfatto. Nonostante i problemi registrati per l’Expo nel 2015 il fatturato è cresciuto passando da 870 milioni a circa 900 milioni stimati. Significativo l’incremento di Flypoolen, l’agenzia per la vendita online di biglietti aerei che è balzata dai 100 milioni del 2014 a 165 milioni. Mentre per quest’anno oltre che a un incremento dei ricavi diretti si punta alla crescita dell’ebitda che dovrebbe raggiungere 21 milioni. A dare una mano sarà la controllata Uvet Gbt (viaggi d’affari) che quest’anno dovrebbe cresecere di ben il 27%. Nel disegno il presidente di Uvet Luca Patanè visto da Massimo Jatosti
repubblica.it

L'indagine, in Italia cresce turismo ma introiti a colossi stranieri on line


Il turismo in Italia continua a crescere, ma gli introiti vanno ai colossi stranieri. E' quanto emerge da un'indagine di ItalyXP.com, marketplace specializzato nella promozione e commercializzazione online di servizi turistici. I numeri registrati nel 2015 parlano chiaro: più di 10.000 clienti serviti provenienti da oltre 100 paesi diversi, con risultati molto interessanti sui clienti a lungo raggio (Usa, Australia, Nuova Zelanda, India e Canada).
Il business del turismo italiano, però, è appannaggio delle Ota (online travel agencies), i grandi portali di prenotazione che promuovono l’offerta turistica italiana e che almeno un turista su tre visita prima di programmare un viaggio. Le più importanti sono tutte straniere: Expedia, Hotels.com, Booking.com, Trivago, e TripAdvisor. Un oligopolio di fatto che gli operatori italiani stanno cercando di fronteggiare con una maggiore conoscenza del territorio, dei clienti e delle tradizioni culturali.
Ci sta riuscendo ItalyXP, marketplace tutto italiano specializzato nella promozione e commercializzazione online di servizi turistici non convenzionali che in 2 anni di attività si è confermato come punto di riferimento unitario, affidabile e riconoscibile per il turismo esperienziale in Italia.
Come emerge da uno studio condotto da TripAdvisor per il monitoraggio dei trend turistici, risulta evidente che i turisti non si accontentano più, vogliono vivere delle esperienze durante i loro viaggi. Su più di 50.000 viaggiatori intervistati, il 71% ha dichiarato di voler partire per 'allargare i propri orizzonti', il 55% per 'cercare esperienze uniche e interessanti', il 44% per 'arricchire le proprie conoscenze culturali', mentre il 36% vuole 'calarsi nella cultura locale'.
Così, ItalyXP.com per il 2016 prevede un ampliamento dell’offerta arrivando a superare le 1.000 offerte disponibili sul sito (erano 650 nel 2014), aprendo anche a nuove destinazioni come Sicilia, Bologna ed Emilia, Verona e Lago di Garda, Sardegna, Genova e Liguria, Torino e Piemonte. La versione appena rilasciata di ItalyXP.com in spagnolo permetterà di raggiungere anche i mercati ispanici (America Latina, Argentina, Sud America e Spagna) e quel 20% di statunitensi di madrelingua spagnola.
L'ordine medio conta 1,3 attività e riguarda in media 2,2 persone (per lo più famiglie). Le tipologie di esperienze che maggiormente hanno interessato i turisti sono: tour culturali 39%, escursioni e attività all'aria aperta 32% e attività enogastronomiche 15%. Roma si conferma meta più gettonata tra gli stranieri, occupando le prime due posizioni tra le 10 destinazioni preferite dai turisti: Vaticano e Cappella Sistina; Colosseo; Venezia; Chianti; Pisa; Pompei; Firenze; Sicilia: Etna, Taormina; Cinque Terre; Costiera Amalfitana.
Oltre ai tradizionali tour delle città e dei principali monumenti, con preferenza per le zone esclusive, come ad esempio il terzo anello e i sotterranei del Colosseo, sono molto richieste le lezioni di cucina tipica a Firenze e in Sicilia, le escursioni in barca alle Cinque Terre e nella Costiera Amalfitana, la lavorazione del vetro a Murano e i giri in gondola a Venezia, le degustazioni di vino e olio nella zona del Chianti e della mozzarella e del limoncello in Costiera Amalfitana. I principali trend riscontrati sono: una richiesta sempre maggiore di attività 'esclusive'. E' aumentata, infatti, la richiesta di servizi di fascia alta rispetto ad attività organizzate in grandi gruppi o con guide condivise. Da segnalare, in forte crescita, i tour in auto d'epoca. C'è sempre più attenzione nell'acquistare servizi che includano biglietti in modalità Skip the line.
Un fortissimo interesse per tutto ciò che riguarda l'enogastronomia. Rispetto al passato, il visitatore straniero è molto più attento a ciò che sceglie. Si è registrato un boom per le lezioni di cucina, da quelle organizzate in prestigiose location nel centro di Roma a quelle più economiche che ti insegnano a preparare la pizza o il gelato a Firenze. ItalyXP.com intercetta un trend in continua crescita che riguarda il turismo internazionale: secondo i dati dell’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto-World tourism barometer-January 2016), l’incremento più importante riguarda l'Europa (5%), che si conferma l’area più visitata del mondo (609,1 milioni di arrivi, con circa 28,8 milioni di turisti in più rispetto al 2014).
Tra le destinazioni turistiche mondiali più frequentate dal turismo straniero, l’Italia si conferma al 5° posto per gli arrivi mentre scende al 7° posto per gli introiti. Inoltre, i dati di Banca d’Italia indicano che nel periodo gennaio-novembre 2015 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è aumentata del 4,5% rispetto al corrispondente periodo del 2014 (1.475 milioni di euro in più). Questi dati si traducono in un impatto economico stimato in un’incidenza del 10,1% sul pil e un’occupazione turistica di 2.553.000 unità tra occupati diretti e indiretti per un’incidenza sull’intera occupazione nazionale pari a 11,4%.
adnkronos

Eco-logica Effetto Expo2015

Dai dati della seconda edizione dell’Osservatorio LifeGate-Eumetra Monterosa (un campione di 1.000 intervistati) risulta una sorta di effetto Expo che ha amplificato una tendenza in atto. Nell’arco di un anno si è registrato un aumento del 10% degli italiani che decidono, a parità di prezzo, di comprare cibi provenienti dall'agricoltura biologica: dal 75 all’85%. Il 52% ha dichiarato che, anche costando di più, acquisterebbe prodotti a km zero (nel 2015 erano il 18%). Il 47% ha dichiarato che, anche costando di più, preferirebbe comprare alimenti biologici (nel 2015 era il 15%).
repubblica.it

Villa al mare, conti e profughi Tutte le bugie di mister Expo

Da quando è candidato sindaco di Milano per il centrosinistra Sala ha arricchito il suo curriculum di mezze verità e omissioni
«Non accetto illazioni sulla mia onestà» dichiara poco tempo fa il candidato sindaco di Milano per il Pd Giuseppe Sala, protetto dal premier Matteo Renzi.
Se la prende con la macchina del fango, con gli attacchi «sempre e comunque».
Poi però vai a vedere il suo curriculum di mezze verità e non puoi certo farne un emblema di trasparenza.Troppe omissioni, mai casuali, mai di poco conto. Troppi non detti. E non è per fare i pignoli, ma le bugie di Sala cominciano ad essere tantine. Giusto qualche esempio: i bilanci (ancora segreti) dell'Esposizione, le giustificazioni sul comitato elettorale nella sede Expo, la ristrutturazione della casa al mare affidata all'archistar del padiglione Zero. E ora anche la realizzazione del campo profughi a Expo, sul quale Sala tenta di nascondersi dietro a uno sbrigativo: «Io non c'entro».
In tanti casi sarebbe bastato dare una spiegazione semplice, anche sommaria, ma immediata. Senza tergiversare e senza tentare di insabbiare. Giusto per far passare un messaggio ai cittadini: non ho nulla da nascondere. Forse mal consigliato dai suoi, l'aspirante sindaco di Milano sceglie un'altra strada. Dribbla la verità un po' troppo spesso. E quando non mente è perché qualcun altro gli para il colpo, a cominciare dai magistrati che hanno tenuto segretissima l'inchiesta sull'incarico Expo a Eataly.
I BILANCI EXPO
I veri conti dell'Esposizione non vengono mai comunicati. Sala si limita a comunicare che il patrimonio netto di 14,2 milioni di euro, dicendo che è sufficiente questo per leggere il bilancio. Anche un alunno delle medie si rende conto che il dato non basta, da solo, a dare un quadro completo. «Non c'è nessun buco» taglia corto il manager. Ma il deficit, che inizialmente sembra ammontare a 32 milioni, pare arrivi a quota 242 milioni.D
OTTOR EXPO E MISTER PD
Lezione di poca trasparenza numero due: accavallare i ruoli di amministratore delegato Expo e di candidato alle primarie. Sala a gennaio fa anche questo, ricevendo negli uffici di Expo i rappresentanti del comitato elettorale Pd. I primi appunti per impostare la campagna politica vengono presi sui bloc notes Expo. Alla faccia del conflitto di interessi.
LA CASA AL MARE
Altra scivolata è quella sulla villa di Zoagli, golfo del Tigullio. Ci lavorano Michele De Lucchi, l'archistar che ha realizzato il Padiglione Zero, e Matteo Gatto, un dipendente di Expo spa che ha lavorato al masterplan dell'Esposizione. De Lucchi ammette subito di aver percepito 70mila euro di compenso. Sala, in nome della trasparenza, spiega, ma spiegando peggiora le cose: «A Expo l'architetto ha avuto 110mila euro per tre incarichi». Bugia: i compensi ammonterebbero a 600mila euro. E ancora una volta il manager inciampa utilizzando un archistar (a cui ha assegnato un appalto Expo senza gara) per faccende domestiche private.
EATALY MANGIATUTTO
Su caso Eataly, che ha ottenuto (senza gara) l'appalto più importante di Expo per gestire il ristorante dei ristoranti, Sala non deve nemmeno mentire. Né dare spiegazioni. Ci pensano i giudici a proteggerlo e a tenere ben nascoste le carte sull'incarico a Oscar Farinetti. Sul caso viene aperta un'inchiesta rimasta segretissima fino all'archiviazione.
IL CAMPO PROFUGHI
E infine il campo profughi, installato lunedì sera nel campo base di Expo. Quando il Giornale, a novembre, anticipa la notizia, lo staff di Sala si affretta a inviare una smentita ufficiale. E anche ora Sala ripete: «Io non c'entro», come a dire che non è più ad di Expo dalla fine di gennaio. Ma una lettera del prefetto conferma che il carteggio per le trattative sul campo per gli immigrati risale a mesi prima.
Il Giornale

Segreto di Stato su Expo?

I fondi Expo al Nepal? Sala tace, poi ci ripensa

L'ex commissario risponde no al Codacons che chiede chiarimenti Poi torna sui suoi passi: «Le donazioni vanno a Save the Children»
Atonio RuzzoSegreto di Stato su Expo? Alla fine la risposta arriva. Il ricavato delle offerte raccolte in favore del Nepal nel corso del semestre di Expo sarà consegnato a «Save The Children», non appena completato il progetto con le autorità nepalesi. È quanto comunica la società di Expo precisando che l'iniziativa promossa da Cgil, Cisl e Uil Lombardia ha permesso di raccogliere circa 920.000 euro di offerte. «Le organizzazioni sindacali hanno affidato a Save the Children il compito di formulare tale progetto - si legge in una nota- Sarà reso pubblico entro la fine del mese di febbraio 2016». Ma non siamo al «tutto è bene ciò che finisce bene» perchè, anche se una risposta è arrivata forse potrebbe non essere sufficiente. E perchè quella di ieri è stata una giornata di polemiche, di minacce di denunce a Procure, Corti dei Conti e con l'annuncio di un'interrogazione in consiglio regionale. Una giornata che potrebbe avere degli strascichi cominciata con una domanda del Codacons a Giuseppe Sala per sapere che fine avessero fatto i fondi raccolti per il Nepal durante l'Esposizione e con una risposta che aveva fatto andare su tutte le furie l'associazione consumatori: «La finalità dell'istanza d'accesso proposta -aveva risposto Sala- è volta ad operare un mero controllo generalizzato dell'opera di Expo 2015 spa, tale per cui la stessa deve ritenersi inammissibile e, quindi, rigettata, per carenza di interesse del soggetto istante...». Risposta che non aveva soddisfatto nessuno. E arrivata proprio nel giorno in cui l'ex commissario di Expo, ora candidato alle primarie e alla poltrona di sindaco di Milano, spiegava in un'intervista al Corriere della Sera perchè il suo Expo era stato un esempio di trasparenza. «Abbiamo vinto grazie all'impegno del gruppo interforze guidato dall'ex prefetto Tronca- raccontava- e dal rapporto proficuo con l'Anac di Raffaele Cantone. Non facciamo qualunquismo. Ogni giorno vediamo che ci sono tentativi di infiltrazioni ma più strumenti abbiamo a disposizione più noi e i cittadini siamo tutelati. Proporrò all'Anac una convenzione ad hoc per rafforzare e garantire il lavoro già di ottimo livello degli uffici comunali». Ma sui fondi raccolti per il Nepal e su Sala la polemica pare destinata a continuare nonostante la nota di Expo che in parte spiega quale sarà la destinazione dei fondi raccolti per il Nepal: «Un brutto gesto quello di Sala - spiega Silvia Sardone Coordinatrice del Dipartimento Regionale Sicurezza e Periferie di Forza Italia- Il ritardo è un grave segnale di mancanza di trasparenza da parte di chi ha gestito ingenti capitali pubblici e si candida ora a fare lo stesso a Milano nel prossimo quinquennio. Dobbiamo forse aspettarci che se dovesse diventare Sindaco negherà ai milanesi di consultare i bilanci del comune?». A ruota anche Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Regione, che chiede di capire meglio o come sia andata la questione annunciando un'interrogazione e Pierfrancesco Majorino, assessore del Comune e candidato alle primarie: «Non ho ancora capito come e quando verrà illustrato pubblicamente il Bilancio di Expo- si domanda su facebook- E questo tema c'entra pure poco con le Primarie. È proprio una questione di conti in ordine e processi trasparenti nella gestione della cosa pubblica. La Giunta Pisapia, in questi anni, ha confermato Sala come proprio rappresentante. Quindi mi sento autorizzato due volte a esigere il massimo della trasparenza senza alcuna ambiguità». E come l'assessore al Welfare chiede chiarezza anche Corrado Passera, lui pure in corsa per Palazzo marino: «Da settimane chiedo a Sala di fare chiarezza sui conti di Expo- attacca- ma lui non risponde a nessuno. Anche se continua a parlare di vendite, ricavi che potrebbero essere molto diversi dagli incassi, quanto è costata esattamente l'esposizione universale a Expo spa e quali costi devono essere ancora sostenuti per completare l'opera?». Ma c'è anche chi fa polemica non solo sui conti: «Sala propone una convenzione ad hoc con Anac per gli appalti?- si chiede David Gentili, consigliere comunale del Pd e presidente della Commissione Antimafia- Troppo spesso si nomina Cantone, pensando che il solo nominarlo possa essere una garanzia. Mi piacerebbe capire cosa dovrebbe contenere questa convenzione di cui il candidato Sindaco parla...».
Il Giornale


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Expo MILANO – DUBAI, UN VIAGGIO VINCENTE PER LE ECCELLENZE ITALIANE

Expo lascia Milano per andare a Dubai nel 2020. Un'occasione per le eccellenze italiane sempre più amate e ricercate negli Emirati Arabi Uniti. Questi importano il 90 per cento dei prodotti alimentari


Il 2015 è stato l'anno di Expo. Un avvenimento che ha segnato la seconda metà dell'anno di Milano e ha attirato l'attenzione di tutti sul mondo dell'agroalimentare. Ma chiusa questa edizione un'altra se ne apre un'altra: quella di Dubai 2020 (il tema è «Connecting minds, creating the future»). In prospettiva, una vetrina importante (si attendono circa 25 milioni di visitatori) anche per il settore agroalimentare italiano. Basterebbe ricordare che gli Emirati Arabi Uniti importano circa il 90 per cento dei prodotti alimentari e la domanda è in continua crescita. E L'Italia può giocare un ruolo da protagonista in questo mercato. Di queste prospettive se ne è parlato in un recente convegno internazionale che si è tenuto recentemente a Milano.
Qualche numero dà l’idea del business. Gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese giovanissimo (nato nel 1971, età media 30 anni). Il mercato è abbastanza piccolo, 7 milioni di abitanti, ma rappresenta una delle economie più dinamiche (l’ambasciatore italiano negli Emirati, Liborio Stellino, ha ricordato che là sono state vendute 300 Ferrari e 700 Maserati). Il petrolio attualmente pesa per il 30 per cento del Pil ma l’obiettivo è portarlo al 10 per cento entro il 2021. Tra Italia ed Emirati Arabi vi sono scambi commerciali per 6-7 miliardi di euro, cui va aggiunta la collaborazione Alitalia-Etihad. I sette emirati sono, inoltre, il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane in Medio Oriente e Africa (l'Italia è al settimo posto assoluto tra i Paesi fornitori e al terzo tra i partner europei). Il Paese ospita già oggi ben 600 aziende italiane e molti ristoranti tricolori.
Il cibo italiano di qualità piace sempre di più a Dubai e negli Emirati Arabi Uniti
Secondo i dati dell’Ice il commercio del settore alimentare italiano negli Emirati Arabi Uniti è in crescita nel corso degli ultimi anni: un aumento costante dal 2011 (+14 per cento) al 2012 (+39 per cento), al 2013 (+39,8 per cento), con un’ulteriore tendenza all’incremento per il 2014 (+ 5 per cento nel primo trimestre).
«L’Italia avrà molto da fare per la preparazione di Expo Dubai – ha sottolineato Riccardo Monti, presidente dell’agenzia Ice – Siamo in contatto con l’amministrazione di Expo 2020, le nostre aziende sono state attive e hanno imparato molto da questa esperienza e saranno attive e proattive in questa futura opportunità, in un quadro di complementarità dei due Paesi. Ci risulta tra l’altro – ha aggiunto Monti – che gli emiratini siano in testa alla classifica dei turisti che spendono di più in Italia».
Secondo il dossier elaborato da Eccellenze italiane, realizzato in collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico e Ice, il principale prodotto italiano importato è la pasta, quindi il formaggio: mozzarella, Grana Padano e Parmigiano Reggiano in primis. «Ci prepareremo a partecipare a Dubai 2020 che consideriamo importante anche come ponte per altri territori – ha affermato Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano presente lo scorso febbraio al Gulfood di Dubai, la più grande vetrina dell'agroalimentare del Medio Oriente, insieme con circa 200 aziende italiane – L’agroalimentare italiano è di interesse mondiale specie nelle sue punte di alta qualità. E si registra nei consumatori una sete di conoscenza assolutamente positiva. Ma credo che quando si interviene su territori che hanno una propria tradizione alimentare sia necessario procedere con cautela, attraverso una vera e propria “educazione alimentare”».
Baldrighi sostiene, infatti, che entrando in un nuovo mercato non ci si debba limitare alla presentazione del prodotto, bensì lo si debba «accompagnare», spiegandone l’origine, la storia, le qualità organolettiche. E in questo quadro rientrano anche le avvertenze al consumatore sui prodotti di imitazione (italian sounding) e sulle differenze di qualità con quelli originali. «Si tratta di un passaggio cruciale – ha aggiunto –. È un processo lungo e i risultati sono progressivi».
Altro settore interessante è quello dell’ortofrutta, a cominciare dal kiwi (l’Italia è il maggiore esportatore mondiale), molto richiesto in Medio Oriente, quindi mele, uva, insalata. Ottima la domanda anche per l’olio d’oliva, caffè e prodotti di pasticceria. Prospettive interessanti anche per il vino, grazie alla domanda dei turisti stranieri per cui il consumo è permesso.
«I mercati a tradizione islamica, che sicuramente negli ultimi anni hanno dimostrato uno spiccato dinamismo, privilegiano i settori dolciario, lattiero-caseario, della pasta e delle conserve vegetali – ha confermato Riccardo Monti – Sono inoltre mercati ricettivi, in virtù della loro limitata distanza, anche per i prodotti ortofrutticoli freschi per i quali purtroppo la struttura distributivo-logistica non è ancora adeguata».
Quello emiratino è stato tra i padiglioni più visitati dell’Expo di Milano, grazie a un messaggio green mediato in modo accattivante e tecnologico. «La nostra partecipazione a Expo Milano ci è servita per acquisire l'esperienza italiana – ha dichiarato l'ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in Italia, Saquer Nasser Ahmed Abdullah Alraisi – Negli Emirati è stato molto apprezzato il ruolo delle aziende italiane, che con il loro lavoro hanno contribuito alla costruzione e allo sviluppo del Paese (la partecipazione italiana alla costruzione degli impianti di desalinizzazione dell’acqua del mare per renderla potabile e alle più importanti linee ferroviarie emiratine, senza dimenticare la costruzione dell’edificio simbolo degli Eau, la Grande Moschea Sheikh Zayed di Abu Dhabi – ndr)».
Ci sono pertanto tutte le premesse affinché l’esposizione di Dubai sia un trampolino di lancio per molti prodotti agroalimentari italiani e un ponte per conquistare nuovi mercati per le aziende che già hanno consolidato la loro presenza sul territorio.

fonte: de-gustare.it

A Expo è la Festa del Gelato Coni e coppette gratis, annche alla birra o allo zafferano


Expo festeggia Ferragosto con la festa del gelato e un lungo elenco di iniziative come il carosello dei carretti di gelato alle 17 al Padiglione Italia, gli intagliatori che davanti allo spazio della Coldiretti formeranno con cocomeri e meloni la scritta 'Expo 2015' e poi distribuiranno fette ai passanti per quella che è stata chiamata una "maxicocomerata". Al padiglione "No farmers no Party" di Coldiretti, agrigelato direttamente dalla stalla al banmcone, oppure gelato con latte di capa

L'impegno non è solo dell'Italia: l'Iran propone il gelato allo zafferano, uno stand davanti allo spazio del Sudan permette di assaggiare quello al baobab, Rigoletto Gelato e Cioccolato e birra Poretti hanno creato il gelato alla birra, mentre il Messico ha ideato quello al mais. Per citare solo alcune delle opportunità per i visitatori del 15 agosto.

Fra assaggi gratuiti e novità gastronomiche ci sarà anche spazio per la solidarietà. Algida, Ice cream sponsor di Expo, regalerà gelati ai detenuti del vicino carcere di Bollate, con un appuntamento che diventerà fisso una volta alla settimana fino alla fine dell'esposizione. E nel sito venderà il cornetto Share the love a un euro, con parte del ricavato che servirà a finanziare dei progetti di Save the Children. Gelato alla birra al birrificio Angelo Poretti (birra ufficiale di Expo) in collaborazione con Rigoletto Gelato e Cioccolato, che per l'occasione produce quattro diversi tipi di gelato alla birra.
ansa