Blog Expo: #Expo2015
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Proprio ad Astana, nel 2017, si terrà la prossima edizione dell'Expo e Nazarbayev potrà così capitalizzare sulla probabile sovraesposizione mediatica che il processo di pace siriano assicurerà al suo Paese


MOSCA - Che il Cremlino avesse deciso di accelerare la soluzione della crisi siriana s'era capito già all'indomani della vittoria di Donald Trump e ora, pur avanzando cautela, Putin ha deciso di passare all'incasso. Mosca, infatti, vuole farsi trovare in una posizione di vantaggio quando il presidente-eletto prenderà finalmente in mano le redini della Casa Bianca.

La mossa, se l'accordo reggerà, non rappresenta però (solo) un innegabile successo personale dello zar, bensì un poker 'corale' della diplomazia russa e un cambio di qualità della sua influenza nell'intero Medio Oriente. Mosca, d'altra parte, ha puntato sull'internazionalizzazione della crisi portando al centro del tavolo negoziale la Turchia - riabilitata dopo un durissimo braccio di ferro innescato dall'abbattimento del jet russo nei cieli siriani - e l'Iran. Le tre potenze si sono fatte garanti del processo di pace e Mosca, al contempo, ha spinto per coinvolgere l'Egitto di al-Sisi: sono mesi infatti che l'inviato in Medio Oriente di Putin, nonché vice ministro degli Esteri, Mikhail Bogdanov fa la spola tra Mosca e le principali capitali dell'area per completare il puzzle con pazienza certosina. Ora sembra che tutte le tessere siano finite al posto giusto - per quanto i jihadisti dell'Isis e di al Nusra non spariranno nel giro di una notte e i militari russi in Siria dovranno restare ancora a lungo, checché ne dica Putin.

Detto ciò, il simbolo forse più plastico di questo lavoro di fino è la scelta di Astana come il luogo dove tentare di apporre la parola fine alla sanguinosa guerra civile siriana. La capitale del Kazakistan, ormai soprannominata la 'Dubai della steppa' in virtù del suo impetuoso sviluppo garantito da gas e petrolio, è quanto più lontano possa esistere dalla neutralissima quanto europeissima Ginevra, incarnazione perfetta del nuovo ordine mondiale nato dalla fine della Seconda Guerra mondiale.

L'inviato speciale dell'Onu in Siria, Staffan De Mistura, d'altra parte ha già dato la sua benedizione al nuovo formato, che senz'altro conferma il ruolo di protagonista dell'immortale presidente kazako Nursultan Nazarbayev, già 'padrino' del disgelo fra Putin ed Erdogan e personaggio chiave nella rimozione delle sanzioni all'Iran.

Proprio ad Astana, nel 2017, si terrà la prossima edizione dell'Expo e Nazarbayev potrà così capitalizzare sulla probabile sovraesposizione mediatica che il processo di pace siriano assicurerà al suo Paese. Che è e resta un partner cruciale di quella Associazione Economica Euroasiatica su cui Putin sta puntando molto per ricostruire i fasti (su base moderna) dell'Unione Sovietica. E non è un caso che l'Eurasia sia lì lì per firmare accordi di scambio commerciale proprio con l'Iran e l'Egitto.

Se tutto andrà per il verso giusto, Putin potrà dunque posizionare la Russia come potenza egemone nel Medio Oriente e nel Mediterraneo orientale - vero e proprio pallino dello zar, stando a diverse fonti - sfruttando in parte anche il volano dell'associazione Euroasiatica. A muovere ora tocca agli Stati Uniti. (ANSAmed)

Dopo Expo2015 il Supermercato del Futuro è diventato realtà


Il Supermercato del Futuro, il prototipo che Coop e Carlo Ratti Associati hanno sviluppato nel Future Food District Pavilion di Expo Milano 2015, è diventato realtà quotidiana al Bicocca Village di Milano dove si sperimenta la “spesa di domani”.

Il nuovo supermercato del futuro, progettato da Coop, ha aperto i battenti a poco più di un anno di distanza dal “Future Food District” ed è un vero e proprio laboratorio dove innestare via via esperienze innovative.

Il nuovo centro è frutto della collaborazione fra Coop Italia, Coop Lombardia e Consorzio Nord Ovest. Il progetto, che riprende la tecnologia sviluppata e brevettata da Carlo Ratti Associati a Expo Milano 2015, è firmato da Inres, il Consorzio di Progettazione del movimento cooperativo, eArea-17 Architecture & Interiors ed è stato realizzato con la collaborazione di Accenture per la parte tecnologica e di Studio FM Milano per il progetto di identità visiva ed è basato su tecnologia cloud, IoT e di riconoscimento gestuale di Microsoft.

Circa 1000 metri quadri di superficie di vendita, 6000 prodotti, il ritorno dopo la sperimentazione in Expo dei tavoli interattivi, che richiamano i banchi del mercato, con l’elemento tecnologico delle vele che, attraverso 54 monitor, sono in grado di presentare una “etichetta aumentata” dei prodotti.
Il semplice gesto della mano verso il prodotto consentirà di ottenere sugli schermi indicazioni che vanno al di là di quanto riportato sul packaging in etichetta, con informazioni su origine delle materie prime, istruzioni per lo smaltimento e promozioni in corso. Ai tavoli interattivi si aggiungono 46 totem-touch dotati di scanner per visualizzare le informazioni di tutti i prodotti in vendita, indipendentemente dalla loro collocazione, in linea con le esigenze di un consumatore sempre più avveduto e consapevole.

Nel Supermercato Coop di Bicocca è riproposta l’esperienza di Expo, che utilizzava una grande visualizzazione dei dati realizzata da Carlo Ratti Associati e dotdotdot.

La nuova Data Viz, posta all’estremità opposta rispetto alla barriera casse, consiste in quasi 20 metri di lunghezza coperti da 54 monitor, che nel corso del tempo rappresenterà in tempo reale i dati raccolti all’interno del punto vendita (i prodotti con cui stanno interagendo i consumatori, la hit-list dei prodotti più venduti), ma anche dati e contenuti provenienti dalla community Coop.

"Un anno fa, con il Future Food District per Expo, abbiamo iniziato insieme a COOP a immaginare il supermercato come luogo di incontro nuovo, all'interno del quale riscoprire un consumo alimentare sempre più informato consapevole. - dice Carlo Ratti - Oggi siamo felici di vedere che le tecnologie che abbiamo sviluppato per COOP durante Milano Expo 2015 sono al centro di questo nuovo progetto".
archiportale.com

Sala indagato si autosospende da sindaco di Milano


Sala indagato si autosospende da sindaco di Milano

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ex ad di Expo, risulta indagato nell'inchiesta sulla 'Piastra dei servizi' dalla procura generale di Milano. Da una richiesta di proroga indagini, era emerso che la procura generale, dopo aver avocato l'inchiesta alla procura, ha iscritto nuovi nomi nel registro degli indagati. Tra loro figura il primo cittadino milanese. 
A Sala viene contestata dai magistrati un'ipotesi di falso. A coordinare l'inchiesta è il sostituto pg di Milano Felice Isnardi che poco più di un mese fa ha avocato l'indagine togliendola alla Procura che aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo. Richiesta che era stata 'bocciata' dal gip. Con le nuove indagini della Procura generale è arrivata l'iscrizione di Sala.
"Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco". Lo ha spiegato il sindaco di Milano Giuseppe Sala in una nota. "Determinazione - ha aggiunto - che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano"
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Kazakistan, verso il ‘verde’ Expo 2017 di Astana

Centosettantaquattro ettari di superficie. Tremila eventi. Cinque milioni di visitatori attesi da circa un centinaio di paesi. Ecco alcuni numeri sull’Expo di Astana 2017, la prossima esposizione universale che dal 10 giugno al 10 settembre avrà luogo nella capitale del Kazakistan. Negli ultimi 15 anni questo Paese – ponte tra Europa e Asia – ha migliorato molto la sua economia e soprattutto creato maggiori garanzie e facilitazioni per gli investimenti stranieri, sul piano dei servizi, degli sgravi fiscali e della semplificazione della burocrazia. Ma “il Kazakistan sta ancora crescendo“, come ha spiegato il primo segretario dell’ambasciata del Kazakistan Almasbek Zhumadilov, intervenuto nella serata di ieri in occasione della presentazione dell’Expo kazako, nell’ambito della prima giornata del Festival della Diplomazia, a Roma.
Questo paese “sta cercando di diversificare la propria economia- ha proseguito il primo segretario- Anche per questo il governo sostiene progetti di sviluppo in vari settori, tra cui le infrastrutture, l’imprenditoria, lo sfruttamento delle energie alternative, cercando al contempo di attrarre gli investitori”. In questa volontà si inserisce l’Expo 2017 di Astana – che punta a migliorare i rapporti economici, strizzando anche un occhio all’ambiente. Tema di questa edizione sarà infatti ‘Future energy‘, ossia l’energia del futuro. Il Kazakistan è il primo paese al mondo per varietà e ricchezza dei giacimenti energetici – con 80 milioni di barili all’anno, figura tra i principali produttori di petrolio, ma estrae anche metalli preziosi come oro e argento, minerali come l’uranio, altri metalli come il rame e il piombo, e infine sostanze naturali tra cui il carbone. Chi altri poteva dunque incoraggiare una riflessione comune sull’approvvigionamento energetico consapevole. In particolare, tre gli obiettivi proposti: abbattere le emissioni di gas serra nell’ambiente, evitare gli sprechi razionalizzando l’impiego di energia, e infine garantire approvvigionamento energetico per tutti, in quanto riconosciuto come un diritto fondamentale.
L’area attrezzata per ospitare l’appuntamento fieristico occupa una superficie di174 ettari, in cui 5 mila metri quadrati sono dedicati a una costruzione unica al mondo: una sfera – del diametro di 80 metri – dedicata al padiglione del Kazakistan, che racchiude in sé “l’essenza stessa del popolo kazako”. Il suo scopo, “esplorare la cultura ancestrale e inviare un messaggio alle generazioni future”, presentando “una visione alternativa delle ricche risorse naturali”, incentrato su “un nuovo modello di sviluppo fondato sui principi della green economy”. Inoltre l’imponente costruzione ospiterà il Museo del futuro, l’opera simbolo di questo Expo 2017, che vuole dimostrare che progetti innovativi e audaci possono combinarsi con l’efficienza energetica. E’ dunque un chiaro richiamo al tema principale della fiera. I visitatori al suo interno “godranno di un’esperienza unica”, grazie agli “effetti speciali e ai giochi architettonici” presenti all’interno della Sfera. Costruzione che poi, una volta terminato la 93 giorni di eventi, sarà mantenuto quale “testimonianza culturale”.
Non potevano mancare altri padiglioni legati al tema cardine della fiera: ‘World of energy’ ricorda che “l’energia è fonte di forza. Un impiego efficiente è la chiave verso uno sfruttamento sostenibile”. Poi ‘Energy for life’, che sottolinea come “la trasformazione dell’energia in potere è nelle mani dell’umanità” e che il segreto per l’efficienza energetica risiede “nella pianificazione urbana, nei trasporti e nelle costruzioni”. ‘Energy for all’ ci riporta sul piano etico: “L’accesso alle fonti energetiche è un diritto per ogni cittadino del pianeta“. Infine, ‘My future energy’, che richiama l’importanza di questo bene nella vita di tutti i giorni, e cerca di trasmettere il senso di un uso responsabile, che eviti i consumi in eccesso. Non lontano dal complesso fieristico sono stati costruiti anche una stazione ferroviaria e un nuovo terminal aeroportuale, per consentire ai visitatori “di arrivare rapidamente e in tutta comodità”.
di Alessandra Fabbretti, giornalista in dire.it

La Sicilia all'Expo, Regione morosa. E scatta il pignoramento

La stangata è arrivata, puntuale, con un atto del tribunale di Milano di fine settembre. Scatta un maxi pignoramento per la Regione che non paga i debiti dell'Expo 2015. Il giudice blocca 815 mila euro, congela «somme e titoli di qualsiasi natura» per quell'importo che l'amministrazione detiene nella cassa del tesoriere Unicredit. La procedura esecutiva è stata chiesta e ottenuta dalla Manpower, la multinazionale che ha fornito il personale al lavoro nel padiglione del bio-mediterraneo. Palazzo d'Orleans rimedia un'altra figuraccia, l'ennesima, in una vicenda che è diventata una grana internazionale.

Rimane ferma, a distanza di quasi un anno dalla fine dell'Expo, l'intera spesa (circa 2,5 milioni di euro) necessaria al saldo dei fornitori. Prima, a impedire i pagamenti, erano stati i dubbi di un comitato istituito dalla Presidenza sulle procedure burocratiche utilizzate dal commissario unico del bio-cluster, Dario Cartabellotta. La situazione sembrava si fosse sbloccata all'inizio dell'estate, con la predisposizione di un disegno di legge che riconosce un debito fuori bilancio proprio per chiudere la pratica Expo. Ma il provvedimento, approvato dalla giunta a fine luglio, giace in commissione Finanze all'Ars. E, in uno scenario che ha dei risvolti paradossali (perché la Regione i soldi ce li avrebbe, visto che Cartabellotta ha dichiarato incassi per 2,7 milioni), continua a montare la rabbia dei creditori.

Manpower, società che ha la sede centrale a Milwaukee, nel Wisconsin, si è mossa per prima ed ha ottenuto il pignoramento: i rappresentanti della Regione dovranno costituirsi in un'udienza fissata a Palermo il 7 novembre. Ma aumenta il numero delle imprese che, nel frattempo, hanno presentato decreti ingiuntivi nei confronti delle amministrazione. Sono quattro quelle che l'hanno fatto da agosto a oggi, cioé da quando il ddl del governo Crocetta è sbarcato all'Ars. Nell'ultimo elenco c'è la Holdis Italia, che reclama circa 30 mila euro per il pagamento dei canoni d'affitto degli appartamenti di Milano nei quali hanno vissuto delegati e ospiti della Regione. Poi c'è la società "Marranzano" di Riposto, che nei sei mesi dell'Expo ha fatto arrivare sotto l'albero della vita trentamila fra cannoli surgelati, scorze di cannoli e arancine. Importo richiesto: 100 mila euro. Quindi altri due decreti ingiuntivi per cifre minori: uno da parte della società d'assicurazione Groupama (2.200 euro) e un altro (2 mila euro) dalla pasticceria Costa di Palermo.

Nella lista, già da prima, c'erano le imprese dei settori più svariati: dall'agenzia di viaggi Sullivan di Palermo (63 mila euro) alla Bell Production, altra multinazionale che ha fornito i computer e che ha un credito di 13 mila euro. Dagli alberghi milanesi Zurigo (4.485 euro) e Carlyle (1.503) al "Birrificio 24 Baroni" di Nicosia (tremila euro). Dalla casa editrice Sicinform dell'ex presidente del Cerisdi Salvatore Parlagreco (10 mila euro) all'azienda trentina Le Nappage, che produce stovaglie in plastica (7.500 euro). Tutte queste imprese, di qui a poco, potrebbero ottennere i pignoramenti.

I
 ritardi della Regione e dell'Ars rischiano di appesantire notevolmente i conti. Basti pensare che il debito della Manpower, ad aprile, ammontava a mezzo milione di euro. Fra interessi e spese legali, è cresciuto sino a 815 mila euro. E stessa sorte sono destinati ad avere gli altri debiti che la Regione non riesce a pagare. Un'emorragia di denaro che debilita un'amministrrazione che sta tentando con difficoltà di rimettere in sesto i propri conti.
repubblica.it

Terremoto che cosa è il campo base di Expo

 Il campo base di Expo - i cui prefabbricati il governatore Roberto Maroni ha invitato oggi ad usare per gli sfollati del terremoto - è la struttura che durante la costruzione del sito espositivo ospitava gli uffici delle aziende, la direzione dei lavori, la mensa, l'ambulatorio Inail e i dormitori di impiegati ed operai. In particolare i moduli dei dormitori sono strutture a tre piani con una superficie lorda per piano di circa 175 metri mq. Una volta costruita ed aperta Expo, il campo base ha ospitato i militari che si occupavano fra l'altro della logistica. In seguito il prefetto Alessandro Marangoni e il sindaco Giuseppe Sala avevano ipotizzato di usarli per ospitare i migranti. Un'ipotesi che aveva scatenato le critiche della Regione. Maroni a più riprese (arrivando a paventare un ricorso) aveva spiegato che c'è un accordo di programma che prevede di smantellare tutto e di creare un parco da affidare al Comune di Rho. Poi Maroni ha, a più riprese, proposto di usare le strutture per i terremotati.
ansa

Terremoto, Maroni incalza Errani su casette Expo agli sfollati: vertice a Rieti sul progetto

Subito un vertice a Rieti per verificare la fattibilità del progetto di utilizzare gli alloggi del campo base di Expo per dare una sistemazione agli sfollati del terremoto. Dopo il post con cui Roberto Maroni ha invitato il commissario Vasco Errani a prendere in considerazione i prefabbricati che hanno ospitato gli operai per chiudere le tendopoli e preparare le casette per gli sfollati, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio - che anche oggi con il commissario Errani ha incontrato le popolazioni dei paesi colpiti - ha sentito al telefono il governatore lombardo. E già domani alcuni tecnici della Regione Lombardia, che conoscono le caratteristiche dei moduli Expo e le necessità urbanistiche che richiedono, saranno a Rieti per incontrare i tecnici delle zone colpite per verificare insieme la fattibilità dell'operazione e decidere.

Maroni: "Non perdiamo tempo". Il governatore si è rivolto direttamente a Errani per offrire, come già fatto nei giorni scorsi, le strutture costate 9 milioni di euro che ha negato al Comune di Milano e al Viminale per l'accoglienza ai profughi. Dopo l'annuncio dei tempi della protezione civile sulle sistemazioni per gli abitanti delle terre colpite dal sisma, il governatore lombardo via Facebook aveva detto: "Non perdiamo tempo, le case prefabbricate del campo base di Expo sono a disposizione della protezione civile e del commissario Errani. Si possono smontare e rimontare (dove serviranno) in poche settimane, non in sette mesi".
milano.repubblica.it

Area Expo2015 un week-end di eventi. Musica con i talenti di X Factor e The Voice

Fine settimana tra cultura, musica e divertimento a Experience, il parco attrezzato all'interno dell'ex area Expo. Sabato 21 luglio si terrà anche il primo concerto della rassegna 'Experience on Stage': all'Oper Air Theatre alcuni giovani talenti di X Factor e di 'The Voice of Italy', insieme agli allievi della scuola Vms,saranno protagonisti dello spettacolo 'Musica moderna tour'.
Inoltre, come ogni settimana da venerdì a domenica ci saranno gli spettacoli dell'Albero della Vita, ogni ora dalle 15.45 alle 22.45, le due mostre di Palazzo Italia 'Italia, Inno alla bellezza' e 'Expo Milano 2015, un viaggio straordinario durato 9 anni`, la mostra 'City after City' della XXI Triennale e 'Expo as Global Village Future Ways of Living' in Cascina Triulza sabato e domenica. Sempre sabato e domenica alla Cascina Triulza i più piccoli avranno a disposizione il 'Children park', dalle 15,30 alle 19.30. Tutti i tre giorni del fine settimana sarà poi aperto il Cluster Music dove si potrà ballare venerdì e domenica fino alle 23 e sabato fino alle 2 del mattino. 
Ma non finisce qui, per il Festival 'Triulza il mondo' in Cascina sarà di scena il Burkina Faso con danze, percussioni e cinema e i consueti aperitivo e cena dedicati per l'occasione ai sapori del Nord Africa. L'Africa sarà protagonista sabato alle 16 con il workshop di danza tenuto da Filbert Tologo e domenica con la lezione di percussioni di Abdoullay Ablo Traore. Domenica sera alle 21.30, sempre alla Cascina Triulza, ci sarà la proiezione del film 'Asmarina'. Sabato e domenica poi alla Collina Mediterranea la Fondazione Minoprio propone per i bambini il percorso 'Sapori e profumo dell'orto giardino' mentre dalle 16 alle 19 alla Cascina Triulza sarà aperto il laboratorio 'Messico e Nuvole' anche questo dedicato a bambini e ragazzi.
ilgiorno.it

#Olimpiade, cerimonia #Rio2016: uno show all’italiana con 12.000 volontari, c'è ditta #Expo2015


Rio 2016? È anche made in Italy… Più di tre miliardi di persone saranno collegate per lo spettacolo più grande del mondo: la Cerimonia di apertura e chiusura delle Olimpiadi e Paralimpiadi per la prima volta ospitate in Sudamerica e affidate a Cerimônias Cariocas 2016 (CC2016) nata dalla partnership tra SRCOM e Filmmaster Events l’azienda italiana specializzata nella creazione e produzione di grandi eventi (Salt Lake City 2002, Torino 2006 e Londra 2012, Sochi 2014 e nell’ultimo anno cerimonia di apertura di Expo 2015, della finale di Champions League a Milano 2016, degli Europei in Francia). Per Rio 2016, nonostante un budget ridotto rispetto ad altre Olimpiadi. l’impegno è stato enorme, non solo nel reperimento delle migliori personalità artistiche brasiliane ma anche nella macchina operativa che vede alternarsi quasi 600 professionisti e più di 12.000 volontari.
REGIA BRASILIANA — Gli aspetti creativi di tutti gli eventi e delle cerimonie saranno diretti da talenti brasiliani. Tra loro nella regia della Cerimonia di apertura ci sono Andrucha Waddington, uno dei registi più importanti e rinomati in Brasile, Daniela Thomas, Fernando Mereilles, conosciuto a livello internazionale per la pellicola “City of God”. La grandiosità di questi eventi da sempre rappresentano un momento cruciale per le nazioni ospitanti per mostrare al mondo intero il ritratto, la storia e le memorie di una civiltà. E spesso sono state usate anche per motivi politici e di propaganda. I numeri delle cerimonie di Rio 2016 vedono all’opera 12 mila volontari tra ballerini e performer già reclutati e già al lavoro, un totale finale di 1500 ore di prove, 1000 volontari di produzione, 400.000 mila ore di lavoro per fornire a i 10.000 costumi previsti. Il tutto in un impianto mitico che è un simbolo della storia dello sport: il mitico stadio Maracanà.
gazzetta.it

Digital Tourism Think Tank celebra l’anno del turismo lombardo


Si è tenuto ieri a Milano il Digital Tourism Think Thank, evento di formazione per gli operatori del travel che si è spostato nel capoluogo lombardo dalla consueta collocazione in LarioFiere a Erba per celebrare l’anno del turismo lombardo, il programma di promozione turistica in cui la Regione Lombardia sta investendo 60 milioni di euro.
“Abbiamo deciso di inserire questo importante appuntamento nel palinsesto dell’Anno del Turismo lombardo, perché costituisce un’occasione privilegiata di confronto e formazione in un momento di grande dinamismo e cambiamento per il settore turistico in Lombardia. L’obiettivo – ha sottolineato l’assessore regionale Mauro Parolini – è quello di anticipare tendenze e soluzioni per rendere sempre più competitivo il nostro sistema turistico e migliorarne il posizionamento e l’attrattività: l’evento di oggi dà conto di come il web e i nuovi strumenti digitali non solo hanno introdotto profondi cambiamenti e reso globale la competizione per intercettare il flusso crescente di viaggiatori, ma sono stati al contempo causa ed effetto dell’affermazione di un pubblico di utenti sempre più indipendente, frammentato ed esigente. Noi abbiamo colto l’importanza di questa sfida e vogliamo affrontarla da protagonisti insieme a tutti gli operatori per fare della Lombardia, come destinazione e modello di promozione, una delle regioni più importanti in Europa”.
Nel corso dell’evento abbiamo intervistato Giacomo Biraghi, esperto di strategie urbane, già pr manager di Expo 2015 e relatore della manifestazione: “Cinque anni fa poteva sembrare un’eresia accostare la Lombardia al turismo di massa mentre negli ultimi 12 mesi oltre 25 milioni di persone hanno visitato o visiteranno due eventi su questo territorio, l’Expo a Milano e Christo sul lago d’Iseo. L’ingrediente del successo è stato quello di creare una nuova generazione di eventi pop che appartengono a tutti. L’idea di Explora (Dmo di Regione Lombardia, ndr) per la promozione del turismo in Lombardia è proprio quella di essere una piattaforma delle iniziative che accadono sul territorio. Milano oggi, dopo essersi candidata ad ospitare eventi di alto livello, oggi è pronta per generare i propri eventi”.
L’assessore Parolini è sulla stessa linea: “Il turismo in Lombardia sta vivendo un vero e proprio momento di svolta: abbiamo approvato una nuova legge che continua a produrre effetti positivi, stiamo imparando a lavorare insieme e a riprendere consapevolezza delle nostre grande potenzialità. E poi con Explora, che si dimostra sempre più come quel soggetto federativo che mancava in Lombardia, stiamo facendo passi da gigante nell’attività di promozione e comunicazione insieme al sistema camerale e ai soggetti privati e pubblici della filiera”.
webitmag

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Chi ha comprato la rete del Brasile di Expo 2015

Dopo una prima seduta d’asta andata deserta, la rete del Padiglione Brasile di Expo 2015 ha il suo acquirente.
L’Architetto Vito Luigi Pellegrino, grande appassionato di cani, ha comprato per 100mila euro la celebre installazione verde-oro, a suo giudizio “una vera e propria opera d’arte contemporanea”.
La rete interattiva che nel semestre dell’Esposizione Universale è stata una delle attrazioni più apprezzate dagli oltre 20mila visitatori che hanno fatto tappa al sito espositivo di Rho, è pronta a fare le valigie perMondragone.
Da ponte sospeso sopra ortaggi, piante, fiori e frutti provenienti dal Brasile, la rete si prepara a diventare entro il primo maggio 2016 il fiore all’occhiello del progetto Foof, un’immenso spazio interattivo di 70.000 metri quadri immersi nel verde che vuole essere il riconoscimento e la celebrazione della relazione esistente tra il cane e l’uomo.
Padiglione Brasile
L’Arch. Pellegrino potrà così coronare il sogno di aprire un allevamento per 40 razze di cani che sia al tempo stesso un rifugio per cani randagi, un parco tematico e un laboratorio interattivo per cani e famiglie, una fucina di attività educative per studenti, un museo, e infine anche un resortdedicato ad ospiti con animali domestici, per i quali sono a disposizione spazi, attività e servizi per rendere il più piacevole e costruttivo possibile il soggiorno, per il cane e per il padrone.
I visitatori di Foof potranno ammirare dalla rete “universale” le attività che si svolgeranno nelle aree mobility sottostanti, dedicate all’interazione tra cane e padrone.
In attesa che la rete arrivi in Campania, il Museo Foof è stato candidato dall’European Museum Forum per il premio come Museo Europeo dell’anno 2016 (European Museum of the Year Award 2016). I vincitori verranno annunciati durante la cerimonia di premiazione che si terrà nel corso dell’Annual Assembly of the European Museum Forum, dal 6 al 9 aprile 2016 a Tolosa e San Sebastian, in Spagna.
luxgallery.it

Da Expo Milano 2015 a Rio 2016: siglata una partnership tra Coni e Coca-Cola nel segno della Passione in Movimento


Giovanni Malagò, presidente del Coni, ed Evguenia Stoitchkova, direttore generale di Coca-Cola Italia, hanno presentato il 9 maggio, al Circolo del Tennis del Foro Italico di Roma, la partnership che legherà Coni e Coca-Cola per tutto il 2016, supportando l’Italia Team – la squadra olimpica nazionale che rappresenterà l’Italia a Rio 2016.
Un’intesa, spiega una nota, volta ad attivare sinergie con un’azienda che da sempre è impegnata in progetti di sostegno allo sport e alla vita attiva, in perfetta sintonia con i valori promossi dal Coni.
Coca-Cola, già sponsor del Cio a livello mondiale, ha deciso di impegnarsi attivamente con il Coni per onorare il forte legame con l’Italia in termini sociali, economici e culturali, grazie a un modello di business fortemente legato alla realtà locale. È stato quindi un passo quasi naturale per Coca-Cola sostenere il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, in un anno molto importante per lo sport nel nostro Paese.
“Lo scorso anno abbiamo scommesso sull’Italia diventando Partner di Expo Milano 2015 e ospitando 400mila visitatori nel nostro Padiglione. Quest’anno, vogliamo continuare a testimoniare la vicinanza dell’azienda al nostro Paese, dove siamo presenti da quasi 90 anni con 5 impianti di produzione e oltre 2.000 dipendenti, legandoci all’emblema dello sport Italiano e supportando gli atleti azzurri che rappresenteranno il nostro Paese alle prossime Olimpiadi di Rio 2016” ha raccontato Evguenia Stoitchkova.
“Sarà un grande onore per Coca-Cola essere presente accanto agli atleti italiani impegnati a brillare nelle prossime competizioni internazionali”.
A meno di 100 giorni dall’evento sportivo più atteso, CONI e Coca-Cola presentano quindi una partnership che vivrà attraverso la presenza costante dell’azienda, insieme agli Ambassador Italia Team, in tutti i principali eventi CONI sul territorio nazionale – dalle manifestazioni sportive agli eventi nelle scuole – con l’obiettivo di promuovere l’importanza dell’attività sportiva quale elemento di socialità e condivisione, oltre che di passione e appartenenza.
Per l’occasione CONI e Coca-Cola hanno creato un’immagine coordinata, caratterizzata dal claim “Passione in Movimento” e arricchita da elementi grafici che richiamano il tricolore italiano, che accompagnerà tutti gli eventi e le iniziative organizzate da CONI e Coca-Cola nel corso dell’anno. A celebrare la partnership sarà una bottiglia Coca-Cola da 330 ml in Limited Edition non in vendita, che verrà utilizzata da CONI e Coca-Cola nei diversi momenti di comunicazione per veicolare i valori che contraddistinguono e legano i due partner.
fonte: primaonline

"Milano a ferro e fuoco per proteggere i no Expo" Il Viminale ammette

La «strategia» adottata per evitare il peggio, evocata da più parti subito dopo la guerriglia urbana nel giorno dell'inaugurazione dell'Esposizione, è messa per la prima volta nero su bianco. A farlo è il ministero dell'Interno, per mano del legale Alberto Giua, nella richiesta di costituzione di parte civile davanti al gup di Milano Roberta Nunnari. Ieri infatti è partito il processo con rito abbreviato a quattro giovani (un quinto è latitante) accusati di devastazione, incendio e saccheggio e resistenza a pubblico ufficiale.
«Alla luce di episodi analoghi precedenti e/o successivi - scrive l'avvocato del Viminale - se i manifestanti hanno potuto, in qualche misura, scatenarsi, ciò è stato consentito dalle forze dell'ordine al fine di salvaguardare l'incolumità degli stessi imputati». Polizia e carabinieri dunque hanno lasciato che gli antagonisti mettessero a ferro e fuoco la città, per evitare che ci scappasse il morto. Poi però il ministero chiede il risarcimento dei danni all'immagine, a causa anche dell'«ampia risonanza mediatica» avuta dalle devastazioni, per 300mila euro. C'è stata, si legge nell'istanza, una «obiettiva perdita di prestigio, anche a livello internazionale, cagionata al ministero e una compromissione della credibilità, correttezza ed affidabilità dell'azione amministrativa davanti ai cittadini». Il Viminale avanza una seconda richiesta. Il risarcimento, in caso di condanna degli imputati, delle retribuzioni degli agenti che sono stati impegnati nelle indagini che hanno portato agli arresti del 12 novembre. Il ministero chiede danni patrimoniali per oltre 7.700 euro «a titolo di ore di lavoro straordinario prestate per attività investigativa» dall'indomani della manifestazione fino ai fermi.
Il gup ha ammesso l'Interno come parte civile solo in relazione al reato di resistenza. Accolta anche l'istanza, per la devastazione, di Unicredit. Per i danni a due filiali la banca chiede 870mila euro. Il giudice ha invece respinto la richiesta di integrazione delle prove avanzata dai difensori Eugenio Losco, Mauro Straini e Niccolò Vecchioni. Si trattava di una consulenza sui filmati di quella giornata. Il prossimo 5 maggio sono previsti la requisitoria del pm Piero Basilone e gli interventi degli avvocati di parte civile. Tra le parti offese ieri non si è presentato il Comune di Milano. Nonostante un indignato Giuliano Pisapia poche ore dopo le devastazioni avesse assicurato: «Ci costituiremo parte civile». Da Palazzo Marino si giustificano: la Procura non aveva avvertito del processo la nostra Avvocatura, ma valuteremo se presentarci alla prossima udienza. La sentenza del processo - il rito abbreviato prevede uno sconto di un terzo della pena - è attesa per il 6 giugno. Intanto ieri sono state rese pubbliche le motivazioni del niet della corte d'Appello di Atene all'estradizione in Italia di cinque greci fermati a Milano per gli stessi fatti. I giudici ellenici bacchettano gli inquirenti milanesi: «La responsabilità collettiva non è riconosciuta nel diritto penale greco». Come il reato di devastazione e saccheggio. Inoltre i fatti contestati sono puniti in Grecia con pene da sei mesi a cinque anni e «non è previsto l'arresto prima del processo». Infine: «Il ricercato (uno dei cinque, ndr) fermato a Milano il 2 maggio 2015 senza che gli venisse fatta alcuna accusa è stato trattato come se fosse indagato senza che però gli venissero riconosciuti i diritti minimi», ad esempio un interprete o un avvocato.
Il Giornale

Expo 2015 Sala: "La casa a St. Moritz? L'ho dimenticata..." Ennesima gaffe del candidato Pd al Comune di Milano


Che sarà mai. «È una dimenticanza in una delle tante dichiarazioni che ognuno di noi fa.
Punto. Credo che chiunque possa avere un reato pecuniario per una questione del genere». Il candidato sindaco del Pd a Milano, Beppe Sala, ammette ma prova a sminuire il caso della casa a Pontresina in Engadina, non dichiarata tra le proprietà nell'autocertificazione che come ex commissario Expo ha dovuto presentare alla società secondo il «decreto Trasparenza». «Innanzitutto non è a Sankt Moritz, se la vogliamo trasportare a Sankt Moritz aumenterebbe di valore» tiene a precisare. Diciamo pure che è ad un passo, ma al «compagno Beppe» che fatica a convincere l'elettorato di sinistra fa più comodo mettere una distanza tra la villetta per le settimana bianche e quella che viene considerata la meta dei super ricchi. «È una dimenticanza - ha ribadito ieri - però quello che fa testo è la dichiarazione dei redditi, è un atto pubblico e si può richiedere. Io le mie tasse le ho sempre pagate». Giusto ieri è stato eletto in Comune il presidente della Commissione d'inchiesta sui conti di Expo, voluta dal centrodestra ma anche da un pezzo della maggioranza che governa con il sindaco Giuliano Pisapia per chiarire i tanti dubbi sui conti dell'Esposizione. Si riunirà tutti i giorni fino al 15 aprile per fare chiarezza dopo le risposte lacunose fornite da Sala in aula. Qualche esponente aveva proposto giorni fa di andare a fondo anche sulla casa in Svizzera sparita dall'autocertificazione, anche se il capogruppo di Forza Italia Pietro Tatarella aveva precisato che «dovrebbe occuparsene la procura». Il candidato del Pd ha ribattuto ieri che «costituisce semmai reato pecuniario, se ci sarà da pagare una sanzione pagherò». Non è così semplice, per la falsa attestazione si rischia l'interdizione dai pubblici uffici.
Cresce l'irritazione a sinistra per l'ennesima scivolata di Sala, dalla casa in Liguria fatta ristrutturata da Italo Rota, architetto di Expo, allo staff elettorale composto dagli stessi che lavoravano per la società del 2015. E la mezza ammissione di Sala lascia comunque dubbi: non ha dichiarato la casa in Svizzera, ma anche la villa in Liguria viene registrata come semplice terreno. Un'altra svista? E sarà l'ultima?
Ieri intanto il candidato di Matteo Renzi ha presentato il simbolo della lista civica «Noi, Milano» che riproduce stilizzato l'arcobaleno che era il simbolo di Expo. Tra i nomi dei candidati c'è Davide Rampello, che per il grande evento è stato curatore del Padiglione Zero. Oltre a imbarcare mezza squadra di Pisapia, dagli assessori Cristina Tajani e Franco D'Alfonso all'ex vicesindaco Mariagrazia Guida, schiera in lista il direttore d'orchestra Alberto Veronesi e Pierluigi Molla, il figlio di Giovanna Beretta Molla, la santa canonizzata nel 2004 da Giovanni Paolo II. In «quota Cl» Carmelo Ferraro, dopo la rinuncia del vicepresidente della Compagnia delle Opere Massimo Ferlini.
Il Giornale

Expo incassa l'ultimo regalo: ecco 1,25 milioni per i profughi

La cifra stanziata dal governo per accogliere nel campo base dell'Esposizione universale 500 migranti fino al 30 giugno. Ma da maggio il sito dovrebbe ospitare altri eventi
Milano - Da caserma dei militari a centro profughi. Non si fermano le polemiche sul campo base di Expo destinato all'accoglienza dei richiedenti asilo.
Nei sei mesi del grande evento le palazzine a poche centinaia di metri di cancelli del sito hanno ospitato i soldati e le forze dell'ordine in servizio a Rho. Da due giorni la Caritas smista nelle casette prefabbricate (576 posti letto, area mensa, connessione wi-fi) gli immigrati inviati dal Viminale. «È una beffa, volevamo mantenere qui le forze dell'ordine e invece ci mandano i clandestini» ha attaccato ieri l'assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Simona Bordonali, al termine di un sopralluogo. Al campo base, riferisce l'esponente della giunta Maroni, «sono arrivati solo maschi, dai 20 ai 25 anni, provenienti non da Paesi in guerra. Saranno persone che dovranno tornare nel loro Paese perché non profughi e nemmeno soggetti a protezione internazionale. Sono migranti economici».L'assessore al Post Expo, Francesca Brianza, si lascia andare a dichiarazioni anche più pesanti. L'ipotesi di usare il campo base come centro profughi «era stata ventilata al cda di Expo» in cui siede anche un consigliere nominato dalla Regione, «ma venne bocciata». Il prefetto di Milano Alessandro Marangoni in una lettera alle istituzioni giorni fa per anticipare il progetto ha fatto preciso riferimento agli accordi intercorsi con l'ex commissario del 2015 Giuseppe Sala, candidato sindaco del centrosinistra. «È forse - domanda la Brianza - un'occasione per fare cassa alla luce dei buchi di bilancio Expo di cui si sente parlare?». Ed esprime «fortissime preoccupazioni» per il futuro delle aree: dal primo maggio una parte degli ex padiglioni dovrebbe riaprire per eventi.
Ed è indirizzato proprio «alla società Expo in liquidazione» il documento firmato il 21 marzo dal prefetto per fissare l'entità della cifra che il governo girerà all'ente, da cui Sala si è dimesso due giorni dopo le primarie, lasciando molte domande in sospeso sui conti.«Facendo seguito alle intese intercorse» Marangoni puntualizza che il campo sarà usato per l'accoglienza di un massimo di 500 migranti «fino al prossimo 30 giugno». La società Expo «dovrà fornire servizi di vitto (tre pasti al giorno), alloggio, servizi di igiene ambientale e le utenze a fronte di un corrispettivo pro capite pro die di 25 euro più Iva, se dovuta». Facendo un rapido calcolo: 25 euro al giorno per 500 profughi per una durata di circa cento giorni, il totale ammonta intorno a un milione 250mila euro. Alla Croce Rossa e al Comune di Milano sono invece destinati 10 euro a persona al giorno per servizi di integrazione e pocket money.Sala definisce critiche e preoccupazioni del centrodestra (sposate anche da esponenti Pd) «aggressioni senza senso, tutte balle». L'area «è a un chilometro da Expo e non dentro, e i migranti erano arrivati in stazione Centrale. Che si poteva fare? Il prefetto ha valutato e deciso». La coordinatrice lombarda di Forza Italia Maristella Gelmini, capolista azzurra alle elezioni di Milano, ribatte che «la scelta è gravissima ed è ingenuo affermare che il nuovo campo profughi non è nell'area Expo: è a qualche metro di distanza, uno schiaffo ai progetti previsti dopo l'Esposizione. I milanesi prendono nota».
Il Giornale

Villa al mare, conti e profughi Tutte le bugie di mister Expo

Da quando è candidato sindaco di Milano per il centrosinistra Sala ha arricchito il suo curriculum di mezze verità e omissioni
«Non accetto illazioni sulla mia onestà» dichiara poco tempo fa il candidato sindaco di Milano per il Pd Giuseppe Sala, protetto dal premier Matteo Renzi.
Se la prende con la macchina del fango, con gli attacchi «sempre e comunque».
Poi però vai a vedere il suo curriculum di mezze verità e non puoi certo farne un emblema di trasparenza.Troppe omissioni, mai casuali, mai di poco conto. Troppi non detti. E non è per fare i pignoli, ma le bugie di Sala cominciano ad essere tantine. Giusto qualche esempio: i bilanci (ancora segreti) dell'Esposizione, le giustificazioni sul comitato elettorale nella sede Expo, la ristrutturazione della casa al mare affidata all'archistar del padiglione Zero. E ora anche la realizzazione del campo profughi a Expo, sul quale Sala tenta di nascondersi dietro a uno sbrigativo: «Io non c'entro».
In tanti casi sarebbe bastato dare una spiegazione semplice, anche sommaria, ma immediata. Senza tergiversare e senza tentare di insabbiare. Giusto per far passare un messaggio ai cittadini: non ho nulla da nascondere. Forse mal consigliato dai suoi, l'aspirante sindaco di Milano sceglie un'altra strada. Dribbla la verità un po' troppo spesso. E quando non mente è perché qualcun altro gli para il colpo, a cominciare dai magistrati che hanno tenuto segretissima l'inchiesta sull'incarico Expo a Eataly.
I BILANCI EXPO
I veri conti dell'Esposizione non vengono mai comunicati. Sala si limita a comunicare che il patrimonio netto di 14,2 milioni di euro, dicendo che è sufficiente questo per leggere il bilancio. Anche un alunno delle medie si rende conto che il dato non basta, da solo, a dare un quadro completo. «Non c'è nessun buco» taglia corto il manager. Ma il deficit, che inizialmente sembra ammontare a 32 milioni, pare arrivi a quota 242 milioni.D
OTTOR EXPO E MISTER PD
Lezione di poca trasparenza numero due: accavallare i ruoli di amministratore delegato Expo e di candidato alle primarie. Sala a gennaio fa anche questo, ricevendo negli uffici di Expo i rappresentanti del comitato elettorale Pd. I primi appunti per impostare la campagna politica vengono presi sui bloc notes Expo. Alla faccia del conflitto di interessi.
LA CASA AL MARE
Altra scivolata è quella sulla villa di Zoagli, golfo del Tigullio. Ci lavorano Michele De Lucchi, l'archistar che ha realizzato il Padiglione Zero, e Matteo Gatto, un dipendente di Expo spa che ha lavorato al masterplan dell'Esposizione. De Lucchi ammette subito di aver percepito 70mila euro di compenso. Sala, in nome della trasparenza, spiega, ma spiegando peggiora le cose: «A Expo l'architetto ha avuto 110mila euro per tre incarichi». Bugia: i compensi ammonterebbero a 600mila euro. E ancora una volta il manager inciampa utilizzando un archistar (a cui ha assegnato un appalto Expo senza gara) per faccende domestiche private.
EATALY MANGIATUTTO
Su caso Eataly, che ha ottenuto (senza gara) l'appalto più importante di Expo per gestire il ristorante dei ristoranti, Sala non deve nemmeno mentire. Né dare spiegazioni. Ci pensano i giudici a proteggerlo e a tenere ben nascoste le carte sull'incarico a Oscar Farinetti. Sul caso viene aperta un'inchiesta rimasta segretissima fino all'archiviazione.
IL CAMPO PROFUGHI
E infine il campo profughi, installato lunedì sera nel campo base di Expo. Quando il Giornale, a novembre, anticipa la notizia, lo staff di Sala si affretta a inviare una smentita ufficiale. E anche ora Sala ripete: «Io non c'entro», come a dire che non è più ad di Expo dalla fine di gennaio. Ma una lettera del prefetto conferma che il carteggio per le trattative sul campo per gli immigrati risale a mesi prima.
Il Giornale

Expo, puniti i soldati che denunciarono le condizioni della base allagata. “Violati integrità morale e spirito di Corpo”


Sanzioni disciplinari per due alpini e un guastatore della Folgore individuati come gli autori della fuga di notizie. Secondo i vertici dell'Esercito, i tre militari hanno postato su Facebook le foto dell'accampamento devastato dal maltempo dove alloggiava la truppa a protezione del sito. “Condotta contraria ai principi dell’etica e della disciplina militare”
“Soldati come profughi”, non si può proprio scrivere. Non perché il paragone evochi uno strisciante razzismo, ma, al contrario, perché la frase mette alla berlina il buon nome delle Forze armate.
Almeno secondo lo Stato maggiore dell’Esercito che, dopo un’inchiesta interna, ha (per il momento)punito tre militari rei di avere pubblicato su Facebook le foto dell‘accampamento devastato dal maltempo il 14 maggio 2015 dove era di stanza parte della truppa dispiegata a protezione di Expo.
A farne le spese due alpini, il sergente maggiore DB e il caporale maggiore FM, e un paracadutista della Folgore, il capo scelto GI, sanzionati complessivamente con 11 giornate di consegna, con relativa decurtazione dello stipendio, per “scarso senso di responsabilità e inosservanza dei regolamenti in materia di trattazione pubblica di argomenti inerenti al servizio”.
Ilfattoquotidiano.it ha potuto leggere le carte dell’indagine sull’alpino FM accusato di “condotta contraria ai principi dell’etica e della disciplina militare” che, nonostante non fosse a Expo causa convalescenza, si è preso la pena più severa: sette giorni diconsegna di rigore, per essersi posto “in contrasto con iprincipi etici che costituiscono i fondamenti dell’identità militare quali la disciplina, l’integrità morale e lo spirito di Corpo”. Quali? Il non aver avuto “alcun timore di pubblicare sul proprio profilo Facebook molteplici foto delle tende allagate commentando ampiamente le immagini”.
La vicenda risale a maggio 2015, quando circa 2400 militari (1800 per l’evento più seicento per l’operazione “Strade sicure”) vengono inviati per proteggere il sito dell’Esposizione universale. Tra loro250 alpini dell’Ottavo reggimento di Cividale del Friuli (Udine) vengono alloggiati nella tendopoli di Bellinzago Novarese, a un’ora e mezza di distanza da Rho, in condizioni tutt’altro che agevoli. Ilmalumore dei soldati è palpabile se non altro perché quella che sarà la loro casa per i prossimi sei mesi diventa un forno di giorno (già a maggio le temperature sotto le tende sforano i 40 gradi) e un frigorifero di notte.
Le rimostranze di alcuni di loro finiscono in un articolo pubblicato da Libero il 7 maggio dal titolo “Immigrati in caserma, soldati in tenda” che si lancia in un improbabile paragone su come il trattamento riservato ai richiedenti asilo sia migliore di quello pensato per i militari di vigilanza ad Expo. Ma il pezzo, quando descrive le cattive condizioni del campo, è dettagliato e non passa inosservato ai vertici delle Forze armate che si attivano per capire chi abbia passato le informazioni al giornale.
Peccato che una settimana dopo ci si mette pure il maltempo ad aggravare la situazione e la base di Bellinzago viene letteralmente spazzata via da un violento nubifragio. Così i militari, compresi i loro effetti personali, finiscono sotto un misto di acqua e fango e l’accampamento disastrato comincia sì ad assomigliare alla “giungla” di Calais in Francia o, per fare un paragone più recente, al campo profughi di Idomeni al confine greco-macedone. 
I nervi saltano e alcuni soldati, al grido di “trattati peggio dei clandestini” (ut Libero docet), decidono di pubblicare le foto della devastazione su Facebook. Le immagini, rilanciate dai principali siti di informazione, fanno il giro della Rete e provocano la prevedibile ondata di indignazione generale con tanto di prese di posizione durissime e interrogazioni parlamentari.
Per di più l’episodio induce Leonardo Bitti, avvocato noto per le denunce sulle situazioni lavorative dei militari, ad avviare un’azione legale contro l’Esercito per ottenere il risarcimento dei danni subiti dalla truppa. “Bellinzago è un’area di addestramento per i carri armati – racconta a ilfattoquotidiano.it – e la terra è talmente schiacciata che basta una goccia d’acqua per allagarsi”.
Otto mesi dopo quei fatti di risarcimenti neanche l’ombra così come nessuna sanzione è stata comminata ai responsabili dell’accampamento finito sott’acqua. Al contrario dei presunti responsabili della fuga di notizie.
Il Fatto Quotidiano

Post #Expo2015, stato dell’arte

Che l’Expo Milano 2015 sia destinato a far parlare di sé ancora per molto tempo c’era da aspettarselo, ed era anche intuibile che oggetto di tanta attenzione – mediatica e politica – sarebbero stati i conti, la governance e le infrastrutture da realizzare sull’area. Oggi Expo è al centro del dibattito per la corsa alle amministrative del capoluogo lombardo, dove i due principali pretendenti accusano – nel caso di Parisi – o difendono – nel caso di Sala – la gestione della società e del suo sviluppo.
Tuttavia le incognite sul futuro dell’area sono più del suo milione di metri quadrati e le certezze si possono contare su una mano. Attualmente il nodo che più tormenta la stampa è quello sui conti della società, oggi in liquidazione, che ad oltre sei mesi dalla chiusura dei cancelli rimane l’incognita più grande. In molti vorrebbero sapere (Governo e Regione in primis) se dovranno fare i conti con buchi di bilancio catastrofici oppure, come afferma Beppe Sala, con discreti utili d’esercizio. Sta di fatto che al Pirellone si è chiesto di istituire una commissione d’inchiesta che faccia luce sui conti della società.
Ora però la palla è passata ad Arexpo, contenitore vuoto e proprietario delle aree, che avrà il compito della ricostruzione del dopo evento. Ad oggi, senza entrare nei cunicoli delle questioni legali, si sta cercando di realizzare una società, nella quale entrerà anche il Governo con una cospicua dote finanziaria, che gestisca tutti i progetti che dovranno essere realizzati sull’area espositiva.
Il progetto lanciato da Renzi di uno Human Technopole non vedrà la luce prima del 2018, ma interesserà solo l’8% di tutta l’area. Ed è per questo che Regione e Comune stanno cercando di raccogliere più idee e manifestazioni di possibile interesse per poter ipotizzare un quadro completo di quello che sarà il futuro dell’area da qui ai prossimi 5/6 anni.
Al momento, per evitare che cali l’attenzione sul sito espositivo, Maroni ha pensato di realizzare un “Fast Post Expo” che possa rendere da subito fruibili le strutture permanenti dell’esposizione. Ciò è avvenuto ad opera della Triennale di Milano che realizzerà lungo il cardo dell’ex sito Expo la prossima esposizione internazionale del Design, appartenente al circuito dei BIE.
I fondi del ministero (16 milioni) sono già stati erogati, ma i ritardi sulla demolizione preoccupano tutti gli operatori coinvolti. Infatti lo smantellamento, che da cronoprogramma dovrebbe terminare a giugno, è solo al 40%, rallentato anche a causa di alcuni interventi della Magistratura che hanno sottoposto a sequestro alcune aree.
Insomma molte incognite che però devono trovare presto una soluzione. Ovviamente la competizione elettorale non fa altro che rallentare tutto il procedimento. È inutile dire che Governo e Regione vogliano attendere il responso delle urne per capire quale strada intraprendere. Infondo la corsa per la poltrona di Sindaco della metropoli lombarda avrà un peso determinante per lo sviluppo delle relazioni sia con Roma che con le Istituzioni regionali e immaginiamo anche con il mondo scientifico ed accademico.
Ad oggi ancora molto è da fare e prima di decidere che fare sul terreno, ci sono da sciogliere molti nodi legati alla governance e alla fusione delle due società (Expo e Arexpo), con tutti i dubbi su bilanci  e partecipazioni societarie, e sperando che vada tutto liscio, gestire possibili investimenti da miliardi di euro.
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Regione Lombardia: in campo #Expo2015 migranti economici, non profughi

Milano, 23 mar. (askanews) - Gli immigrati destinati dalla Prefettura di Milano al campo base di Expo 2015 a Rho (Milano), cioè il villaggio prefabbricato, esterno al sito espositivo, che ha ospitato operai e agenti delle forze dell'ordine nel semetre dell'eposizione universale, sono "migranti economici" e non profughi che hanno diritto a protezione internazionale. E' la convinzione dell'assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali, che ha visitato il campo di Rho insieme alla collega Francesca Brianza (Post Expo e Città metropolitana).
"Sono solo maschi, dai 20 ai 25 anni, provenienti non da Paesi in guerra e, come si può pensare guardando le risposte della Commissione che sta lavorando alle richieste di protezione internazionale, saranno persone che dovranno tornare nel loro Paese perché non profughi e nemmeno soggetti a protezione internazionale" ha detto Bordonali. "Quello che ci preoccupa - ha proseguito - sono due questioni: la fattibilità degli eventi del Post Expo e la capacità di accoglienza, già oggi a 576 posti". Secondo l'assessore il campo è infatti troppo vicino al sito Expo, circa 800 metri, e ha una capacità tale da poter ospitare altre centinaia di immigrati. "Regione Lombardia è la prima regione - ha proseguito l'assessore - per accoglienza e non è più in grado di accogliere".
"Non sappiamo se arriveranno altri immigrati e non ce lo sa dire neppure la Croce rossa - ha aggiunto l'assessore Brianza - ma è chiaro che, nella situazione in cui siamo di continua emergenza non gestita, è verosimile l'arrivo di altri immigrati e non vedo, dopo l'apertura a 100 ospiti, quale sia la differenza tra 100 e oltre 500 ospitabili".
"Come Regione Lombardia sapete bene quanto abbiamo puntato sul Post Expo e sul Fast Post Expo - ha proseguito Brianza -. Stiamo parlando di un'area che non deve restare abbandonata, che deve essere operativa al 1 maggio", mentre l'arrivo degli immigrati nel campo base, a suo parere, mette "in discussione l'importanza di quest'area e gli investimenti di Regione Lombardia, Comune di Milano e Governo, con una decisione scriteriata che beffa il percorso delle istituzioni che hanno creduto in Expo, nel Post Expo e che vogliono fare di quest'area un qualcosa di valore internazionale".

Expo 2015: il buco non sarebbe di 32, ma di 242 milioni di euro

Riccardo De Corato, capogruppo Fratelli d'Italia in Consiglio Regione Lombardia, chiede spiegazioni alla luce di un articolo pubblicato da “Il Fatto quotidiano” mercoledì 2 Marzo.
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«Il buco di Expo potrebbe essere molto più profondo dei 32 milioni citati all’assemblea dei soci; infatti potrebbe essere di 242 milioni di euro. Eppure nessuno ne è informato: né i milanesi, né il Comune, né la Regione. E il Pd sta pure ostacolando la creazione di una commissione d’inchiesta a Palazzo Marino chiesta dal centrodestra. Presenterò due nuove interrogazioni, in Comune e in Regione, per chiedere ancora conto della situazione economica di Expo, alla luce anche del nuovo articolo – uscito su “Il Fatto Quotidiano” di mercoledì 2 Marzo –, che ipotizza una voragine di 242 milioni di euro.
Dal verbale dell’assemblea dei soci spunterebbe un bilancio in rosso di 32 milioni. A questi andrebbero poi aggiunti i soldi che Arexpo deve dare a Expo (86 milioni per le infrastrutture e 72 milioni per le bonifiche), ma che molto probabilmente non le darà. E così il rosso dovrebbe salire a 242 milioni tenuto conto anche di altre voci passive. Questo quanto si legge su “Il Fatto”. Ma il fatto stesso che dobbiamo basarci su articoli di giornale, la dice lunga sulla trasparenza. Lunedì 7 Marzo a Palazzo Marino si voterà per la seconda volta sulla commissione d’inchiesta: nella prima solo Rizzo, Sonego e Monguzzi nella maggioranza hanno votato per garantire un diritto all’opposizione, mentre il Pd ha voltato le spalle alla trasparenza.
Adesso presenterò in Comune e Regione due nuove interrogazioni per arrivare a conoscere la situazione. Non mi fermerò finché non verrà fatta chiarezza. Ne abbiamo diritto tanto più che siamo stati noi, col sindaco Moratti, a portare Expo a Milano».
Lo dichiara Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capogruppo Fratelli d'Italia in Consiglio Regione Lombardia
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